Eri l’unico amico sincero
Su quel lembo di spiaggia
Divorato dal tempo.
Acerba e solitaria
Sovente ti cercavo appena l’alba
Ti rischiarava il volto
Con quella luna in fuga
Che ti stralciava d’argento.
Smemorata e alfine candida,
Fidavo in te,
Come un vecchio saggio e possente
L’ultimo sogno ancora fremente
Su quel gelido cuscino
Rorido di pianto.
Amavo allora,
Già morsa dal rimpianto,
Quella tua forza astrale
Che trascendevi intorno
Col tuo respiro sommesso
Come un sonno di remote sirene
E marinai sepolti
Mi vedevi ninfa leggiadra e bella
In quei mattini d’agosto
Quando. liberate le vesti
Alla brezza del vento,
mi stringevo al tuo abbraccio ferale,
sospirando quella pace sconosciuta
ancora
e disperata ormai.
Erano lunghe le notti d’inverno
E di burrasca,
Quando battevi furioso
Alle imposte serrate
Come un amante tradito
Che urla all’infinito attonito
La sua oscura vendetta.
E in quel tenace tormento,
Era limaccio e spuma
Il tuo fiato maestrale,
erano gorgoglii di sangue
la tua voce arrochita.
Eppure è questo il ricordo
Che più mi stringe e mi consola,
di quando quell’agonia funesta
teneva sveglio mio padre
che t’ingiuriava astioso
e vinto
ed io sentivo pagato
il mio silenzio e la paura
che subivo da sempre
ancora tenera e muta,
da quella tua rabbia divina
che nessuno poteva tacere
…………………….oh Mare!