La sensazione predominante mentre ci si prepara ad affrontare una
visita dal dentista in età adulta è il più delle volte una velata
apprensione per quello che il medico ci dirà. Con il trascorrere degli anni le visite diventano una necessaria routine e si imparano a dominare le preoccupazioni e lo stress. Ma da
bambini l’età giusta per una prima visita è circa tre anni le cose sono un po’ diverse.
Il momento in cui si varca la soglia dello studio è indimenticabile e occorre affrontarlo con la massima serenità. Non è sempre facile, al punto che anzi è stata messa a fuoco una vera e propria patologia relativa a questo passaggio cruciale. Stiamo parlando dell’
odontofobia, cioè la
paura del dentista nei bambini. In generale, comunque, i più piccoli sono spesso assaliti a vari livelli dalla morsa dell’ansia, ecco perché è così importante adottare
comportamenti ad hoc e se siete in Veneto rivolgersi a un
dentista per bambini a Vicenza. In questo modo si potrà essere certi di affidarsi a un
odontoiatra esperto in materia, che mette in pratica specifiche modalità terapeutiche.
Ci sono diverse categorie che possono essere utilizzate per identificare i pazienti, una regola che vale anche nel contesto della pedodonzia. Ci sono i
pazienti collaborativi, quelli che cioè prendono parte attiva al trattamento medico dimostrando voglia di cooperare; i pazienti potenzialmente collaborativi, che pur manifestando una certa resistenza alla fine possono vincere la paura se ben spronati; i pazienti non collaborativi, ovvero coloro i quali risultano molto ansiosi e odontofobici oppure hanno patologie di tipo invalidante.
Educare alla normalità, evitare di trasmettere ansie e arginare i capricci
C’è stato un tempo in cui di fronte ai
capricci del bambino e al suo rifiuto ad andare dal dentista facevano seguito reazioni nette e sbrigative che finivano solo per acuire lo stato di disagio. Il risultato? La visita restava impressa nella memoria come un
evento drammatico e traumatico. Oggi, invece, si è compreso come il fatto di recarsi dal dentista debba essere vissuto come un
gesto di normalità (e occorre educare i figli piccoli in tal senso). Il consiglio è di iniziare a
portare il bambino con sé durante le proprie visite, in modo da farlo entrare in empatia con la situazione. E’ importante che comunque l’approccio sia graduale, il piccolo infatti deve
prendere confidenza con l’ambiente e con il medico oltre che con gli strumenti dello studio. Dopo una visita è sempre utile premiare il bambino, per esempio con un gelato o con dei complimenti nel caso in cui vengano raggiunti
piccoli o grandi traguardi. E’ bene inoltre evitare di interrompere un trattamento al primo capriccio: il rischio è infatti che la volta successiva il bambino provi a comportarsi nel medesimo modo.
I genitori sono spesso apprensivi con i figli: occorre
evitare di trasmettere loro le proprie ansie e anzi cercare di essere naturali senza alterare la normale routine. Altrimenti si rischia di far credere al bambino che se i suoi genitori sono preoccupati forse dovrebbe esserlo anche lui. La
dimensione ludica è molto utile per ridimensionare le condizioni di stress, favorendo la comunicazione e l’espressione del piccolo. L’atmosfera degli studi è infatti progettata per risultare
rassicurante e del tutto amichevole. Il professionista, infine, deve sempre dire la verità informando il bambino di tutto ciò che sta accadendo o sta per accadere.
Meglio evitare l’effetto sorpresa: spiegare bene vuol dire aiutare l’autocontrollo del bambino, che attende già il verificarsi di un evento.