ADHD: e la confusione tra bambini vivaci e bambini iperattivi
ADHD: e la confusione tra bambini vivaci e bambini iperattivi
Oggi parliamo di un tema delicato, anche se spesso viene bistrattato dai mass-media per farne un "caso" clinico: il bambino iperattivo. Secondo attuali tendenze educative, anche in Italia la forza della persona che si occupa del minore e lo cresce con quotidiana pazienza, ha cominciato a trovare scaricamento delegando alla chimica e ai medicinali il ruolo di "calmante" per i bambini che hanno dei disturbi di attenzione, di linguaggio e di iperattività.

Siamo ora in una situazione in cui, i genitori per primi, stanno chiedendosi se il numero di bambini diagnosticati come "patologici" non sia troppo alto. Nel 2013 infatti usciranno i primi volumi del Manuale dei disturbi mentali, tra i quali figura attualmente anche la ADHD. Per questo i genitori dei bambini in età scolare hanno posto parecchi interrogativi sulla opportunità di trattamento con psicofarmaci di disturbi che potrebbero essere legati a tutt'altro motivo. La messa in dubbio parte dalla effettiva impossibilità di un insegnante, non essendo medico psichiatra, di fare diagnosi casuali ai bambini in età scolare.

Il bambino ADHD ha notevoli difficoltà nell'imparare, leggere, scrivere, seguire le lezioni, stare seduto, fare i compiti, giocare, socializzare: non sono iperattivi i bambini vivaci, come non sono iperattivi i bambini violenti, distratti, stanchi, dislessici, denutriti, maltrattati, iperstressati, ipomotivati e così via .. i genitori insomma si chiedono se sia il caso di valutare le terapie farmacologiche sulla base di pre-diagnosi scolastiche e non sanitarie. Il bambino iperattivo insomma non è quello che "fa tante cose" e "fa confusione in classe" piuttosto quello che ha gravissime carenze di apprendimento dovute al fatto che la sua concentrazione scarsissima e il continuo cambiamento di attività non gli permette di concludere "nulla".

Il verticale aumento dei bambini a cui viene diagnosticata ADHD coincide con il lancio dei nuovi manuali di psicologia e psichiatria per l'infanzia e sarebbe strettamente legato allo sviluppo e al commercio di nuovi psicofarmaci per minori, come ha confermato il professore padovano Alessandro Salvini, da cui si traggono delle conclusioni piuttosto sospettabili, che legherebbero da una parte la difficoltà di educare nel millennio della comunicazione, insieme alla necessità di guadagnare delle case farmaceutiche.
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