La Somma dei Giorni è il secondo scritto autobiografico della scrittrice cilena, dopo Paula (libro del ’95 che riscosse un successo strepitoso).
E’ la ricostruzione, profonda e toccante, degli anni che vanno dalla tragica morte della figlia Paula (avvenuta alla fine del 1992 all’età di soli 28 anni) fino al 2006. L’autrice si rivolge nuovamente alla figlia defunta, nella certezza che la possa ascoltare e che sia sempre lì con lei, nonostante continui a sperimentare, giorno dopo giorno, il vuoto incolmabile della sua assenza.
Con la sagacia ed il linguaggio senza mezzi termini che la caratterizza, racconta, muovendosi su più filoni in parallelo, del rapporto col secondo marito Willie, del dolore che li accompagna per i rispettivi lutti subiti (anche Willie perde una figlia tossicomane che scompare misteriosamente e non viene mai ritrovata), della fatica per tenere unita quella che lei definisce “la sua tribù”. Il tutto avviene attraverso un incessante turbinio di allontanamenti e riavvicinamenti, di divorzi e sposalizi, di nascite e di morti…
L’argomento principale è sempre l’amore….quello di madre, quello di nonna, quello di amante, quello di amica, quello di figlia, quello tra fratelli e sorelle. Ogni donna vi troverà un pezzo di sé stessa, perché queste 300 pagine racchiudono il nostro mondo interiore e quella maniera, tutta al femminile, di vivere i sentimenti buttandosi a capofitto.
Tanti i personaggi che si affacciano e vengono continuamente messi a nudo: il marito, in primis, che la ama incondizionatamente, la protegge e la stuzzica per le sue mille manie……il figlio, l’unico ormai rimasto, con un carattere opposto a quello della madre, che dovrà affrontare il dolore di una separazione e poi rinascerà a nuova vita con la seconda compagna; l’ex nuora, personaggio eccentrico con cui Isabelle manterrà i contatti; la seconda nuora, donna dolcissima che l’aiuterà a costruire e gestire una fondazione umanitaria; l’amica di sempre, Tabra, ideatrice di gioielli e particolarmente sfortunata in amore; i nipoti, i figliastri, la corrispondenza con la madre lontana e mille altri.. Sullo sfondo la creazione letteraria, i traslochi (per avere finalmente quella che il marito definirà una dimora degna della “castellana”, con l’evidente ironia del nordamericano che non comprende l’ansia, tutta latina, di tenere sempre “il clan” sottocchio..) e tantissimo altro.
Chi ha amato la scrittrice troverà questo libro intensissimo, commovente e divertente al tempo stesso, perché dominato dal carattere della protagonista narratrice: autoironico, vanitoso, autoritario, passionale, arguto, pieno di coraggiosa e straziante umanità.
Si legge tutto d’un fiato, ma si ritorna su alcuni passaggi più volte, per capire quanto la paura, il dolore, le preoccupazioni, le speranze, l’ansia per il tempo che passa alberghino nel cuore di ciascuna di noi. Bisogna avere il coraggio di resistere, non farsi spezzare e rialzarsi in piedi.
Grazie Isabelle per averci mostrato che, alla fine, tutto scorre…