Quante facce ha l’amore? E la paura? Ci sono pochi romanzi che ti prendono e ti tengono incollato fino all’ultima pagina, ‘L’uomo che sussurrava ai cavalli’ è uno di questi. L’inizio può spaventare: ‘Tutto era cominciato con la morte, e con la morte si sarebbe concluso’, mi ricordo che regalai questo romanzo ad una mia amica per il compleanno, lei lesse la prima riga e mi guardò storto … penso che non l’abbia ancora aperto da allora e nella migliore delle ipotesi starà accumulando polvere in un angolo della sua libreria.
Gravissimo errore.
E’ una storia grandiosa, delicata e pura. Si parla di tradimento e di sensi di colpa, ma anche di amore puro, perfetto, talmente bello e prezioso da essere per questo troppo fragile. Tom Booker è una persona speciale, un uomo che sussurra ai cavalli e che riesce ad entrare in contatto con loro stabilendo un legame fortissimo, Annie Graves è una donna in carriera, moglie e madre ‘spezzata’, in lei c’è qualcosa di caparbio e duro, ma anche di dolce e disperato. E infine c’è Grace, la figlia di Annie, che in seguito ad uno spaventoso incidente si comincia a perdere in sé stessa. L’incidente non ha toccato solo la bambina, ma anche il suo cavallo, Pilgrim, che da splendido e indomabile stallone diventa un demone furioso. Annie vuole aiutare la figlia e il cavallo e si affida a Tom, che darà l’anima per aiutarli tutti: ‘Madre, figlia e cavallo erano inestricabilmente legati nel dolore. Aiutare il cavallo, anche soltanto in parte, avrebbe significato dare una mano anche a loro. Cosa poteva esserci di male? E come poteva voltare le spalle a tanta sofferenza?’. Leggere il romanzo è come dipanare il groviglio di emozioni talmente forti che non possono essere spiegate.
Un grande affresco, un romanzo che mostra quante facce abbia l’amore. E’ senza dubbio il libro più poetico e appassionato che io abbia mai letto.