C'era una volta Nefaba, una bellissima principessa che viveva in un castello insieme a tre cortigiane.
Le tre cortigiane erano brutte e invidiose di Nefaba e le lasciavano credere di essere di brutto aspetto e non meritevole d'amore. Ogni mattino anziché lavarsi il viso, lo copriva con cenere per nascondersi. Un giorno però, la bella principessa incontra l'angelo del carbone che le svela la verità.
L'angelo spiegò alla fanciulla che le cortigiane non le volevano bene ed erano aiutate da un demone di cristallo che ogni notte le faceva un incantesimo. A causa dell'incantesimo, Nefaba credeva a tutto ciò che dicevano le cortigiane. La principessa amava molto scrivere storie ma non le aveva mai lette a nessuno perché le cortigiane le facevano credere anche di essere stupida e che le sue storie non interessavano a nessuno. L'angelo spiegò alla fanciulla che le cortigiane erano stupide e di brutto aspetto e non lei. Le consigliò di andare via dal castello e di andare a vivere nel villaggio oltre il bosco dove avrebbe trovato bellezza interiore ed esteriore, successo e amore.
L'angelo del carbone promise a Nefaba di liberarla per sempre da quell'incantesimo a patto però di non svelare mai a nessuno di averlo visto o sarebbe stata privata della sua bellezza e del suo amore che di lì a poco avrebbe incontrato al villaggio. La principessa ascoltà l'angelo e andò a vivere nel villaggio. Ogni anno, nella notte dell'epifania, l'angelo del carbone sfilava una calza a Nefaba per riempirla con un pezzetto di carbone magico che le donava idee per nuove storie da scrivere. Infatti, la principessa grazie alle idee dell'angelo del carbone divenne una famosa scrittrice. Fu proprio in occasione della presentazione di un nuovo racconto che incontrò un pittore del quale si innamorò e del quale divenne musa ispiratrice. I ritratti della principessa così come i romanzi fecero il giro del mondo, mai nessuno aveva visto creatura più incantevole.
Un altro anno passò, e di nuovo arrivo il giorno dell'epifania. Bussarono alla sua porta tre vecchine. Erano le cortigiane che le avevano fatto visita e le chiedevano di tornare al castello. La principessa forte della sua fortuna e desiderosa di farsi giustizia, rivelò alle cortigiane ciò che aveva scoperto ma non fece parola dell'angelo del carbone. Le cortigiane si pietrificarono e caddero in polvere. Nefaba decise di scrivere una storia che avesse come protagoniste le tre vecchie cortigiane e di nuovo fu un successo. Passarono dieci lunghi anni e ancora il mondo intero parlava delle sue storie e il suo amore e la sua bellezza erano cresciuti ancora di più.
Passò un altro anno e giunse la mezzanotte del giorno dell'epifania. L'angelo del carbone fece più rumore del solito e il marito di Nefaba si alzò credendo fosse un ladro. Accese la luce ma non vide nessuno. Quando si voltò vide però la bella principessa con la bocca piena ed un calza in mano. Non si accorse di essere osservata fino a che lui non le chiese cosa stesse facendo. Nefaba non riuscì a mentire l'uomo che amava e gli raccontò dell'angelo del carbone. In un istante suo marito si trasformò in un pacco di cioccolattini a forma di cuore. Apparve l'angelo del carbone perché la principessa aveva infranto il giuramento e pertanto doveva essere punita.
Da quel momento ogni anno il giorno dell'epifania si sarebbe trasformata in una mendicante di brutto aspetto e avrebbe dovuto camminare con un piede nudo per il villaggio fino al pozzo sul quale doveva lasciare una sua calza con dentro un pezzo di carbone e un cioccolattino a forma di cuore. La prima fanciulla che si sarebbe avvicinata al pozzo avrebbe trovato l'amore e sarebbe stata liberata da un eventuale sortilegio. Poi l'angelo chiese a Nefaba di anagrammare il suo nome e venne fuori il nome Befana. Quello sarebbe stato il nome con il quale si sarebbe firmata. L'incantesimo si sarebbe sciolto solo dopo cent'anni quando una fanciulla avrebbe indossato la calza e gettato il cioccolattino a forma di cuore e il carbone nel pozzo...