Una scrittrice da rivalutare
Una scrittrice da rivalutare
Ada Negri nasce, nel 1870, a Lodi da una famiglia di modeste origini: il padre fa il manovale e la madre la tessitrice. Tuttavia, la giovane ebbe un’istruzione: divenne maestra elementare ed insegnò, inizialmente nella scuola lombarda di Motta Visconti. Nel 1921, pubblica il primo romanzo autobiografico dal titolo Stella mattutina nel quale rievoca sia il periodo della propria vita passato dalla nonna portiera, quando divenne orfana di padre, sia il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Pubblica, inoltre, alcune poesie sulla Illustrazione popolare di Raffaello Barbiera e, più tardi, la raccolta Fatalità (Treves, 1892) che riscosse un notevole successo tanto da conferirne la nomina, ad honoris causa, all’insegnamento presso la scuola milanese Agnesi, mentre nel 1894 riceve il premio Milli. In essa i principali temi trattati sono di carattere sociale fino ad arrivare alla vera e propria denuncia, cosicché venne definita “la poetessa del Quarto Stato”.
A un certo punto Ada abbandona la professione di insegnante per dedicarsi a quella di pubblicista: la vediamo collaborare con numerosi periodici tra i quali Il Secolo e il Corriere della sera.
Pochi anni dopo, si unisce in matrimonio con l’industriale Giovanni Garlanda dal quale ebbe la figlia Bianca, ispiratrice di molte poesie, e un'altra bambina, Vittoria, che morì a un mese di vita. La coppia, dopo non molto tempo, si separa e la Negri ripara in Svizzera, dato anche lo scoppio del Primo Conflitto Mondiale. Più tardi la vediamo legata sentimentalmente a un secondo uomo la cui presenza è, in qualche modo, rintracciabile nelle poesie del Libro di Mara uscito nel 1919. Cinque anni dopo, pubblica i Canti dell’Isola e, anche in essi, come nell’opera precedente si possono individuare influenze del modello dannunziano. Da ricordare inoltre altre raccolte tra le quali spiccano Dal profondo (1910), Esilio (1914), una raccolta di novelle dal titolo Le solitarie (1917), i racconti di Finestre alte (1923), Le strade (1926) e Sorelle (1929).
Dopo il ritorno in Italia conduce una vita in solitudine la cui attività principale è quella di scrittrice. Ed ecco che, negli anni Trenta, pubblica, a sfondo vagamente religioso, Vespertina, Il Dono, Fons amoris e le prose poetiche Di giorno in giorno ed Erba sul sagrato.
Ada Negri, per la propria carriera di scrittrice, ottiene riconoscimenti ufficiali importanti, come il premio Mussolini e viene designata, nel 1940, membro dell’Accademia d’Italia. Muore, cinque anni dopo, a Milano.
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