Nasce a Torino, nel 1881, da una famiglia della borghesia industriale fervidamente credente nelle istituzioni monarchica ed ecclesiastica. Perde il padre a soli cinque anni e per questo motivo, con la madre e le due sorelle, viene affidata alla tutela del nonno paterno. La prima educazione di Amalia avviene dalla suore, così come la seconda (scuole del Sacre Coeur) e, a circa vent’anni, pubblica alcune poesie su giornali dell’epoca come la Gazzetta del Popolo. La vedremo, anche più tardi, portar avanti l’attività di giornalista insieme a quella di poetessa: nel 1903 aveva già pubblicato Voci di giovinezza. Torino, durante il primo decennio del Novecento, era una città in cui si registrava una certa emancipazione femminile, di sicuro, era maggiore rispetto ad altri luoghi in Italia; vi erano infatti donne laureate e impegnate in professioni come quella di medico e di insegnante. Amalia risente notevolmente di questo stato di cose, tanto da essere, spesso, considerata una donna, e una scrittrice, anticonformista e amante della libertà, e, addirittura, stroncata da molta critica autorevole. Al contrario, il parere su di lei del grande D’Annunzio è positivo.
Una delle opere, ad oggi più conosciute di Amalia, è l’epistolario con il poeta Guido Gozzano, durato tre anni, che, per certi versi, rappresenta un elemento di novità e di scandalo: non si addiceva, infatti, ad una donna una corrispondenza con un uomo in cui ci fossero, tra gli altri, elementi come la passione e, comunque, un certo trasporto sentimentale. Curioso è il ritratto dell’aspetto della Guglielminetti che si evince in una lettera del 1907; Gozzano la descrive, infatti, come una donna un po’ stravagante nel vestire, ma con uno sguardo dolce, un profilo e una bocca interessanti. Una certa trasgressività, ovvero una volontà di cambiare il gioco classico della seduzione e dei rapporti uomo-donna, è presente anche nelle Vergini folli, libro in versi, dello stesso anno, ricco di motivi che richiamano, per alcuni aspetti, Prevost ma anche Roberto Michels, pioniere italiano studioso di sessuologia. Altre opere della Guglielminetti i cui titoli, estremamente rappresentativi in tal senso, sono Le seduzioni, L’amante ignoto, I volti dell’amore. Si può accostare anche a scrittori dell’epoca, come Guido da Verona (di origine ebraica) e Pitigrilli, concittadino di Amalia, come lei giornalista e romanziere, con la quale, nel 1917, instaura una relazione sentimentale, oltre che intellettuale, giungendo però ad una brusca rottura, solo pochi anni dopo.
Da Torino si trasferisce nella capitale dove collabora al ministero Stampa e Propaganda del regime e al Giornale d’Italia. Ritorna a Torino dove muore, in solitudine, all’età di 61 anni.