Nel corso degli anni, ci sono stati diversi incendi di petroliere, che hanno provocato gravi disastri ambientali.
Di seguito ricordiamo le più importanti.
• Il 18 marzo 1967 la petroliera liberiana Torrey Canion si incaglia su una scogliera al largo della costa della Cornovaglia (Gran
Bretagna) e riversa in mare 121.000 tonnellate di petrolio, provocando una “macchia nera” che contamina 180 chilometri di
spiagge.
• Il 16 marzo 1978 la petroliera liberiana Amoco Cadiz affonda al largo del porto francese di Brest, sull’oceano Atlantico. Quasi
l’intero carico di greggio finisce in mare contaminando 200 chilometri di spiagge in Bretagna, provocando la morte di 15.000 uccelli marini.
• Il 24 marzo 1989 la petroliera statunitense Exxon Valdez si incaglia al largo del porto di Valdez, in Alaska. Fuoriescono in mare 35.000 tonnellate di greggio che causano un immenso danno ecologico. Vittime della marea nera sono 580.000 uccelli marini, 5000 nutrie (un piccolo roditore), 30 foche, 11 balene grigie e 14 leoni marini.
• L’11 aprile 1991 la petroliera cipriota Haven esplode al largo delle coste liguri con la fuoriuscita in mare di 144.000 tonnellate
di greggio e il deposito sui fondali di circa 50.000 tonnellate, con gravissimi danni ambientali.
• Il 12 dicembre 1999 la petroliera maltese Erika si spezza al largo delle coste della Francia nord-occidentale. La marea nera
arriva sulle spiagge della Bretagna, causando la morte di centinaia di uccelli marini.
• Il 19 novembre 2002 la petroliera Prestige, battente bandiera delle Bahamas, si inabissa a 270 km dalle coste della Galizia
(Spagna) con 77.000 tonnellate di gasolio. Novemila tonnellate sono state sparse in mare causando una marea nera su molti chilometri di costa e gravissimi danni alla pesca. La maggior parte del combustibile (68.000 tonnellate) giace sul fondo marino, ma la pressione marina può fare scoppiare i depositi della petroliera.