Cercando un artista non si trova…
Cercando un artista non si trova…
Cosa ti stimola a sputare addosso al mondo il tuo essere poeta?
Il bisogno umano di guadagnare qualcosa per sopravvivere, quindi il mio essere poeta -in occidente- si riconduce al denaro e di conseguenza all’essere libero. In realtà mi sento più uno sceneggiatore che un poeta, a finale le mie non sono poesie sono cavoli miei privati che metto su carta.

Sei un artista o ti ci senti?
A questa domanda non rispondo in quanto non conosco la definizione della parola “artista” e penso non si possa neanche definire. Non credo nell’arte, sono agnostico in tal senso.

Come è stato concepito "Non tutti i dubbi sono di plastica"?
Inizialmente stampavo il libretto in ciclostile fotocopia e mi piazzavo davanti le università per venderlo ad offerta libera (ne avrò venduti forse un 300 copie). Quindi il libro era già concepito parecchi mesi prima dell’incontro con l’Arcipelago Edizioni. Posso dire che tutto è nato così: durante uno slam poetry (o poetry slam) a Milano un bel ragazzo pelato di nome Marco Borroni (accompagnato da un tal Gomez) mi si avvicina e mi lascia il suo biglietto da visita, per mesi non ci siamo sentiti finché non vedo il suo libro in vendita ad un raduno Hip Hop. Lo contatto e m’invita ad alcune serate in Padania. Qui mi notano i tipi dell’Arcipelago Edizioni e subito gli mollo la copia del libro in fotocopia. Mi dicono “Ok si può fare, facciamo” gli dico “Io non sgancio una lira” lui dice “Ok si può fare lo stesso, facciamo lo stesso” quindi ci si mette al lavoro e si sistemano i testi, si aggiunge, si toglie, si modifica e finalmente dopo mesi di travaglio ci nasce questo figlioletto ermafrodita.

Come prosegue ora la vita del figlioletto ermafrodita?
Il figlioletto non cresce, le 168 pagine non sono aumentate né hanno preso colore. Ma per fortuna cammina e si muove, quindi potrete incontrarlo in giro per l’Italia senza neanche accorgervene.

E come va, invece, la vita professionale di uno sceneggiatore che non si sente artista?
Scrivere sceneggiature su commissione mi ha insegnato a razionalizzare l’esistenza. Scrivendo poesie e racconti totalmente concepiti da me avevo imparato a spaziare con la fantasia, la sceneggiatura mi trattiene con i piedi al terreno. Non si tratta semplicemente di un linguaggio differente di scrittura, a mio avviso, scrivendo film hai una marea di limitazioni che bloccano i percorsi creativi come il protagonista di Brazil durante il sogno nel quale vengono innalzati palazzi che gli ostacolano il volo. Ma il bello è proprio questo, trovare scappatoie, scorciatoie e strade nuove e mai esplorate. Dal punto di vista economico poi è un’ancora di salvezza. Uno dei miei sogni è scrivere un bel film popolare e campare di diritti d’autore per poi fare quel cavolo che voglio io successivamente.

Progetti o pensieri di progetti in atto?
In campo cinematografico sto scrivendo una sceneggiatura per un lungo, ne inizierò una nuova a breve e credo farò il runner su qualche set. La poesia continua ad esser scritta e continueranno i reading pubblici con i Folli Tra Fogli di Milano, con l’Anonima Scrittori e spero di portare in giro per pub o piazze un piccolo spettacolo/lettura con il maestro Marco “Fascino” Russo. Continua anche la collaborazione con la rivista Underground Press e con la rivista Toilet. È in preparazione una raccolta di racconti con testi editi ed inediti, per ora sto ritoccando le bozze con dei legali al fine di evitare denunce o/e querele. Poi: alcune mie foto saranno esposte fino a fine novembre nella mostra collettiva Arti Visive 2005 di Latina. In campo non professionale ma spirituale, ho ripreso ad andare a messa la domenica, erano anni che non ascoltavo la santa messa. È affascinante sentire con quanto orgoglio un prete parla di amore, fede e miracoli ad un gruppo di mortali
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