Bilanci di vita. Iole Chessa Olivares si confessa
Bilanci di vita. Iole Chessa Olivares si confessa

Bilanci di vita. Iole Chessa Olivares si confessa.

Sono facili i bilanci della vita di un Poeta. Perché? Perché dalla sua parte ha la Poesia. Ce lo dice con limpidezza e lucidità di linguaggio la grande Poetessa contemporanea, Iole Chessa Olivares, insignita recentemente del Premio Europa e cultura per la poesia, 2014.
Leggiamo insieme la lirica dal titolo Illesa dal tempo:

Covo più di un'amarezza
più di uno sdegno.
Fuori onda
ormai randagia
nel mio narcisismo dico:
tutto qui il mio passato?
tutto qui il mio presente?
E quel contagio d'amore?

Mi guardo vivere
con licenza di dubbio
sul grande pifferaio
ogni piccolo passo
chiedo risarcimento
e scivolo
nel flusso del mio inchiostro.

Spesso la poesia
non mette galloni sulla giacca
intinta negli acidi del dolore
respira alta
e allo scrutinio finale
emerge
illesa dal tempo.
                                              
Questa bella lirica è divisa in due sequenze.
La prima è formata dalle due prime strofe dove è la Poetessa che si confida; infatti, è usata la prima persona: covo, mi guardo vivere, chiedo, scivolo ecc.
La seconda è dedicata alla Poesia: è lei la protagonista.
Ad una prima lettura sembrerebbe che il bilancio della vita sia negativo: dominano parole come sdegno, amarezza, sentimenti come di estraneità,  di delusione per l’amore non incontrato o non vissuto, di mal di vivere e di disagio per la vita che non dà quello desiderato (sdegno, amarezza, covare ecc.). Di fronte all’ingiustizia della vita, la Poetessa chiede un risarcimento, un indennizzo e questa rivalsa le arriverà dalla Poesia.
Infatti, l’ultima strofa cambia registro linguistico e contenutistico: è una considerazione, è come se Iole parlasse a se stessa. La strofa è interamente dedicata alla Poesia, che, benché costi sofferenza (intinta negli acidi del dolore), non delude mai, ripaga del dolore vissuto. Si potrebbe dire che non c’è poesia se non c’è dolore: in un’intervista televisiva, Giuseppe Ungaretti, parlando de Il Dolore, dice che fu scritto piangendo. «Il dolore è il libro che di più amo, il libro che ho scritto negli anni orribili, stretto alla gola. Se ne parlassi mi parrebbe d’essere impudico. Quel dolore non finirà più di straziarmi» (Vita di un uomo p. 543).
E’ esaltato il ruolo della poesia come unico mezzo per opporsi alla forza distruttiva del tempo. Come affermava Ugo Foscolo ne I sepolcri, la materia da cui sono costituiti i corpi è destinata a disgregarsi e a sprofondare nel “nulla eterno”,  solo la poesia è eterna e può realizzare il desiderio dell’uomo di essere  “eterno”. Vorrei soffermarmi sull’uso dell’aggettivo illesa riferito alla Poesia: non significa solo incolume, indenne, immune ma anche proprio sana e salva, NON FERITA, NON COLPITA, NON LESA.
La poesia della Olivares è forte e lucida: disegna la parabola della vita e della sofferenza con parole contenute.
Diceva il cantante Jim Morrison: La poesia mi attira perché è eterna. Finché ci saranno delle persone, ci sarà qualcuno in grado di ricordare parole e combinazioni di parole. Poesia e canzoni potrebbero essere le uniche cose in grado di sopravvivere a un olocausto.                                           

Fausta Genziana Le Piane
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