Alda Merini la vita
Alda Merini la vita
…E durare una vita intera, se questa tempesta diluvia in follia…come nel caso di Alda Merini.

Nata a Milano nel 1931, esordisce giovanissima con alcune poesie nell’Antologia della poesia italiana 1909-1949 (Guanda, 1950) di Giacinto Spagnoletti e con altre inserite nel volume, curato da G. Scheiwiller, Poetesse del Novecento (1951), dopo non aver ottenuto l’ammissione ad un liceo, il Manzoni, perché respinta in italiano (!).
Il 1953 è l’anno della silloge La presenza di Orfeo e del matrimonio con Ettore Carniti, cui segue la pubblicazione, due anni dopo, di Paura di Dio e Nozze romane, che coincidono con la nascita della figlia Emanuela; nel 1961 sarà la volta di Tu sei Pietro, dedicato al medico curante della bambina. Poi un silenzio durato vent’anni…

“Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata”

…un lungo silenzio d’internamento manicomiale, vanamente rischiarato dalla nascita di altre tre figlie, che esploderà nella crudele, bellissima, silloge La Terra Santa: versi di un amore assoluto, delirante, sconvolgente…degli anemoni che respirano sensi e preghiere di fede e purezza carnale. Rimasta vedova nel 1981, sposerà due anni dopo il poeta tarantino Michele Pierri, cui dedicherà alcuni fra i suoi versi più intensi, e al Sud saranno legate le rime Petrose e Le più belle poesie, oltre la silloge de La gazza ladra e la stesura de L’altra verità e Diario di una diversa.
Rientrata a Milano nel 1986, dopo un ennesimo buio di quella follia che sembra però illuminarla, riprende a pubblicare raccolte come i Fogli bianchi, Testamento, Delirio amoroso, Il tormento delle figure, Le parole di Alda Merini, Vuoto d’amore, Ballate non pagate… (per ricordare, solamente, parte della sua generosissima produzione, incentrata su varie sfaccettature di un dolore ingordo e abissale in grado di fondere nella stessa lirica deliri ascetici e incubi carnali).

“Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c'era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.

Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso le messe,
le messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.

Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E, dopo, quando amavamo,
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.

Ma un giorno da dentro l'avello
anch'io mi sono ridestata
e anch'io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all'inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica”

da " La Terra Santa" 1983 ed. Scheiwiller

“Quando l'angoscia spande il suo colore
dentro l'anima buia
come una pennellata di vendetta,
sento il germoglio dell'antica fame
farsi timido e grigio
e morire la luce del domani.
E contro me le cose inanimate
che ho creato dapprima
vengono a rimorire dentro il seno
della mia intelligenza
avide del mio asilo e dei miei frutti,
richiedenti ricchezza ad un mendico”

da "Fiore di poesia", Einaudi, 1998
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