Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è un artista che ormai da qualche anno non cessa di stupirci, perché è diventato incredibilmente bravo a cantare l’amore: può essere quello paterno (come dimenticare “Per Te”, struggente ninnananna composta in occasione della nascita della primogenita?!), ma è soprattutto quello verso una donna.
La cosa assolutamente bella ed innovativa è che questo “grande” Lorenzo narra dell’amore, per così dire, “maturo”: quello che si nutre della convivenza e di tanti piccoli gesti e routines quotidiane che non hanno sopito la fiamma iniziale; quello che col tempo ha preso forma e si è ingrandito sempre più; quello che ha attraversato difficoltà e cambiamenti, ma è rimasto ancora in piedi; quello che si è adattato e si è modellato sugli umori e sul carattere dei protagonisti della fiaba.
Lorenzo è assurto, nel cuore di tutte noi, a principe azzurro moderno. Non ha perso di vista il destriero bianco ed il mazzo di rose, però forse può permettersi il lusso di essere romantico anche in ciabatte…E quale donna potrebbe chiedere di più?
L’ultimo disco -“Safari”- è una rivelazione da questo punto di vista per almeno un paio di pezzi che tutti conoscono e per un paio un po’ meno “passati” in radio o in tv, ma altrettanto validi.
A chi non è vibrata l’anima sulla melodia e sulle parole di “A te” e “Come musica”?
Vediamo perché:
“A te che sei l’unica al mondo, L’unica ragione per arrivare fino in fondo, Ad ogni mio respiro, Quando ti guardo Dopo un giorno pieno di parole Senza che tu mi dica niente Tutto si fa chiaro..A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, a te che sei, semplicemente sei..sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei..”
E si potrebbe continuare perché ogni strofa è poesia.
La sua compagna di vita è descritta come una presenza solida, che l’accompagna nel cammino, che lo sorregge nei momenti di difficoltà e sconforto, che gli ha restituito voglia di fare e speranza nel futuro ed al tempo stesso è musa ispiratrice, idolo su un piedistallo…
“Il tuo specchio appannato la mia brutta giornata, La mia parte di letto in questa parte di vita,Il tuo respiro che mi calma se ci appoggi il cuore, La nostra storia che non sa finire, So che è successo già Che altri già si amarono Non è una novità, Ma questo nostro amore è Come musica Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai.. Solo l’amore rimane e tutto il resto è un gioco” – solo per citare qualcosina…
Anche qui si ha piena consapevolezza dell’amore come scelta e come compromesso di vita…degli inevitabili momenti di allontanamento e di riavvicinamento che tutte le coppie di lunga data possono sperimentare, ma si crede fortemente nel fatto di portare avanti un amore speciale se non unico, di quelli che il mondo intero invidia e che è destinato a durare per sempre, malgrado tutto. Emerge la consistenza di un sentimento del quale non si può che essere grati e ritenersi fortunati. In fondo, sembra dirci l’autore, quando non ci saremo più non importa chi siamo stati (Lorenzo Cherubini?Jovanotti?) ma solo quanto e come abbiamo amato e penso che lui non abbia proprio nulla da imparare a tal proposito…
Insomma, appaiono lontani anni luce i tempi in cui saliva sul palco, vestito da rapper (ed è stato fra i primi ad importare in Italia questa cultura e questo stile) e cantava “Gimme Five” , “La mia moto” o “Vasco”, ed in effetti sono passati vent’anni…Ma se lo si guarda negli occhi, si scopre che in fondo è sempre lui, un tenero ragazzone di 42 anni suonati..