Le chiamano fast fashion o comunque in Italia è rimasta l'abitudine (errata) di chiamarle catene della moda – cosa che non sono, si poteva dire questo di Upim o Standa per esempio o Euronova cataloghi etc.. ma tant'è – si tratta di F21, Mango, Zara, H&M, Alcott e in generale quei negozi in franchising che in un attimo aprono e poi chiudono di città in città riempiendo le vetrine di vestiti alla moda a prezzi molto bassi.
Il concetto è anche abbastanza intuitivo, si tratta di cose che hanno una media qualità e un prezzo basso, che sono di moda e riempiono in pochissimo tempo l'armadio, coprendo anche la voglia di spendere compulsiva, senza però essere straccetti di poco conto, senza però essere necessariamente merce inflazionata da negozio cinese (identica da anni e sempre di moda perché di moda non è mai).
Non è il diavolo e nemmeno l'angelo che guida queste produzioni ma la necessità: un jeans di moda costa di marca 120 euro circa, se si trova in offerta scende a 60 euro, in negozio (Oviesse ad esempio) arriva a 25 in sconto 15. In questa progressione non può sfuggire quindi che un jeans di negozio non di marca “varrebbe” 15/25 euro. Il costo impenna: spese per la vetrina, per i commessi e per le tasse, ricarico e immagine, marchio. In queste catene grazie all'attutirsi dei costi lo troviamo subito al suo prezzo “vero” ma reso più carismatico dalla pubblicità ai low cost brand. In questo modo si crea una storia che attira il consumatore.
Quindi sì ne vale la pena, ma solo se quanto si compra interessa realmente per questioni di moda. Se serve un vestito “che duri” la risposta è ovviamente no. Questi sono negozi che “sanno” fidelizzare il cliente perché il costo è basso ma a distanza di un anno torneremo a comprare un nuovo argomento, il vecchio sarà andato, se usato davvero.
Per alcuni è un male che si spinga al commercio di media qualità, per altri un bene. La verità però è in un portafoglio: non possiamo sempre vestire alla moda e anche di marca, per cui serve trovare un compromesso. Questi negozi, specialmente per i giovani, sono un compromesso adeguato. In realtà i detrattori hanno vissuto probabilmente in epoche (ad esempio gli anni ottanta e novanta) in cui nei negozi non si trovava nulla, o serie A o serie B, per cui c'è molto livore per la moda di oggi, che è decisamente alla portata di tutti (MC).