In Sicilia per le elezioni regionali sembra essere scattato un meccanismo di anarchia, per cui la lotta elettorale si sta combattendo più a regime di esclusione che non ancora a regime di voto.

Non si tratta di casi isolati, più volte errori formali, anche banali, hanno portato alla esclusione di alcuni candidati all'agone politico, in questo caso però le stranezze aumentano di giorno in giorno e le persone che hanno avuto delle disavventure elettorali sono già quattro, sperando che restino solo quattro.

Due sono i casi di esclusione per errori formali legati al Regolamento elettorale, Davide Giacalone e Claudio Fava. A questi si vanno ad aggiungere due bigami, che hanno candidato per partiti differenti, in modo diverso però.

Il primo è un "voltabandiera" Antonio Paladino, che dopo avere messo il suo bel nome vicino al partito UDC ha cambiato idea, finendo nel PD, ma lasciando i manifesti affissi in regione, pena la esclusione per irregolarità. Il secondo è un "bigamo" Antonio Sinatra, che avrebbe candidato anch'esso per Micciché e in seguito per Musumeci, due diversi presidenti. Anche attraverso i social network, come facebook, la faccenda sta avendo un notevole risalto, come ci segnala Daniele, ed è diventata oramai una barzelletta nazionale.

In entrambi i casi è la lista Micciché ad avere avuto degli sbandamenti, la realtà sta nascosta tra le pieghe della politica: uno scontro a suon di querele tra i candidati sta riducendo a un "campo di battaglia" la situazione pre-elettorale, in cui sono appunto i candidati a sostegno del presidente che giocano un ruolo fondamentalmente di appoggio o sfiducia sul presidente. Insomma, un brutto affare.