Scritte sui muri, tra amori, passioni e ignoranza
Scritte sui muri, tra amori, passioni e ignoranza
Le scritte sui muri, questo fenomeno che esiste da sempre e che non si sa poi perché e come inizi e allo stesso modo non si sa perché e come finisca. Anche Ariosto attestò nel suo capolavoro, l'Orlando Furioso di scritte e incisioni, sugli alberi, ma questa è un'altra storia.

C'è una età in cui alcuni adolescenti, non tutti ma buona parte, preferiscono scegliere il muro con la bomboletta per scrivere quello che pensano e che provano, siglando così un patto quasi universale fra se stessi e il prossimo. La scritta di per sé non ha un valore economico, tante volte nemmeno un valore artistico, il più delle volte sporca e deturpa, alcune volte diventa divertente e interessante.

Ma le scritte non sono tutte uguali: ci sono i messaggi d'amore e di sesso .. che dalle panchine degli innamorati, oramai scomparse dai parchi e dalle strade, riappaiono ora sui cavalcavia, sulle transenne, sui muri e su ogni superficie rilevante scrivibile; ci sono le scritte di odio e di guerra tra bande e partiti, che capeggiano maldestramente in spazi inadatti alla comunicazione, ma perfetti per lasciare un segno sconvolgente di sfida; poi ci sono i disegni, quelli belli, fatti con ore di pazienza e di lavoro, che alcune volte possono anche rendere gradevole qualche rudere o moderno qualche ambiente in stile.

Tuttavia ci sono messaggi che nonostante una buona capacità di tollerare il disgusto non possono essere approvati. Sono i messaggi xenofobi, i messaggi razzisti, i messaggi di odio e di morte.

Nel caso specifico la bravata davvero stupida accaduta oggi a Palermo, dove nella ricorrenza della morte del Generale Dalla Chiesa, una scritta capeggia sul muretto del mare: "W la Mafia". Così assurda quanto inutile. Ma che messaggio trasversale, ma che prepotenza o maleducazione. I fatti vanno giudicati per quello che sono: ignoranza.

Ignoranza per il momento, ignoranza per il contenuto, ignoranza per il modo .. viviamo in un mondo che trabocca, di ignoranza, tracotante e sempre presente, perché l'intelligenza si fa sempre più spesso da parte, laddove non è proprio il caso di entrare in relazione.
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