Quando il sahara era verde
10.000 anni fa nel deserto del Sahara pascolavano elefanti,e grandi bovini e la terra era fertile , almeno questa sarebbe la scoperta recente di un gruppo di ricercatori fra cui molti italiani.
La storia della grandi piramidi d’Egitto potrebbe iniziare ancora prima in quello che oggi è uno sperduto angolo del deserto del Sahara,al confine tra libia e algeria , qui attorno alle due zone montuose chiamate Tadrat Acacus e Tassqui N’Ajjer ,milioni di anni fa era molto diverso.
Qui all’ombra delle grotte e dei molti ripari naturali ,vissero genti che furono prima cacciatori,poi allevatori,e infine vennero scacciati dalla loro terra da un mutamento epocale del clima che avrebbe trasformato quest’area abitabile in una distesa di sabbia e rocce aride. Fu 5.000 anni fà,con l’inizio della desertificazione, che queste genti si spinsero verso il Nilo. Furono loro gli antenati dei Faraoni? Qualche indizio c’è ma le ricerche che potrebbero provare ques’ipotesi saranno lunghe.
“Non dobbiamo immaginare che il Sahara sia sempre stato arido”; spiega Mauro Cremaschi, docente del Dipartimento di Scienze della Terra alla Statale di Milano che da anni conduce studi paleoambientali in quest’area, in collaborazione con l’Università di Roma .,”nel corso dei millenni, a periodi di siccità anche peggiori di quello attuale si sono alternate fasi di pioggia frequenti. Durante questi periodi umidi l’ambiente si trasformava in una savana alberata con fiumi e laghi dove oggi ci sono le dune. Per esempio, sotto le dune dell’erg (letteralmente ”grande sabbia”) di Uan Kasa , che separa la falesia dell’Acacus dall’area montuosa del Messak al confine tra Libia e Algeria , abbiamo trovato i resti di antichissimi laghi e le testimonianze di un’intensissima frequentazione umana con piccoli strumenti di selce forse usati per la pesca”. Infatti è con il ritorno delle pioggie, tra i 14.000 e i 5.000 anni fa, che la fauna torna a ripopolare quest’area e con esse anche le comunità di cacciatori che finalmente possono disporre di cibo abbondante e di un habitat favorevole.
Proprio di questo periodo vi sono numerose tracce di graffiti incise nelle rocce del Sahara.
(Articolo tratto dalla rivista mensile Quark-mese di febbraio 2004)