Quando il morale lo alza solo fb
Passare il tempo a combattere le proprie insicurezze si può? Di cosa ci sarà mai bisogno, anzi cosa ci vorrà mai? Ormai basta un po’ di trucco e tutto viene via: ci si disegnano sorrisi e sguardi languidi. Ma siamo davvero noi stessi? Un po’ di malinconia è fisiologica: normale! Siamo sempre quelli che hanno voglia e bisogno di mostrarsi al massimo, nessuno deve piangere, ma ogni minima felicità è amplificata. Ci si rende conto di tutto ciò scorrendo la home di uno dei più comuni social network al mondo: facebook. Tutti felici, tuti esaltati, ciascuno incapace di nascondere e costudire, tenere almeno un po’ per se ogni emozione. È l’eco, l’amplificazione di ogni cosa che non ci spegne, ma anzi si amplifica ancora di più nel bene e nel male. In quel ginepraio di “hai visto” e “hai letto” nessuno vuole sembrare inferiore agli altri e tutti si impegnano a rendere nota qualsiasi cosa stiano facendo, fosse anche “stendere i panni presso casa propria”. Un’amplificazione delle emozioni che forse serve a chi ha il carattere debole e deve nutrirsi a suon di “mi piace” più o meno veri. Una necessità che alcuni hanno rispetto ad altri, certo. Ma ci dovrebbe essere una sicurezza di base per cui si riesca a rinunciare a quei semplici click e si possa essere contenti di se stessi e per se stessi di quello che si fa non in relazione agli altri e tantomeno in relazione al clamore che questa o quella attività possono suscitare in questo pubblico virtuale.
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