Pesca pirata e sperimentazioni: acciughe e sardine a rischio
Di questo passo finiremo senza sardine, lo assicura Greenpeace, che secondo uno studio commissionato dalla associazione sulla base di una inchiesta condotta nel Mare Adriatico rivela come il numero delle sardine e del pesce azzurro in riproduzione diminuisca, mentre le attività di pesca intensiva causano problemi più gravi rispetto ai metodi tradizionali impiegati in passato (ad esmepio il metodo della lampara).
Un pò le dimensioni più grosse dei pescherecci e un pò l'incremento delle barche che prendono il largo per la pesca hanno entrambi contribuito a un momentaneo dissestamento nell'equilibrio tra pesce pescato e pesce in riproduzione, questo percorso sarebbe condotto da almeno 40 anni in una direzione intensiva sbagliata.
Anche la Sicilia potrebbe essere nella stessa situazione in riferimento alle acciughe e alle sardine, oltre che per l'Italia anche l'esercizio della pesca abusiva ha un suo impatto non proprio conveniente.
Secondo Greenpeace la pesca sperimentale ha bisogno di una ulteriore analisi, per verificare la sua sostenibilità a livello ambientale, così si è espresso in giornata il direttore delle campagne della associazione Alessandro Giannì. Greenpeace più volte ha manifestato lungo le coste italiane con le sue piccole barche per contrastare la pesca pirata e i pescatori di frodo.