Perché dobbiamo dire no alla guerra, non a quella contro l'Iraq, ma a tutte le guerre
Perché dobbiamo dire no alla guerra, non a quella contro l'Iraq, ma a tutte le guerre
Sono molte le ragioni che permettono a cittadini appartenenti a identità diverse dal punto di vista culturale, e sociale di esprimere ugualmente alla condanna alla possibilità di una guerra preventiva contro Iraq. Possono in un unica possibilità in grado di formare tra protesta e proposta, che non c' è pace senza giustizia e dell'inutilità della violenza per risolvere i conflitti.
Alcune considerazioni per dare motivazione ad un No alla guerra che vuole proporsi anche come Si alla giustizia, alla pace, alla speranza in un mondo migliore. Una delle prime vittime delle guerre è sempre stata la verità, perché hanno sempre messo in atto ogni mezzo per nasconderla, e il primo vincitore è un certo profitto che calpesta dignità, diritti, speranza di pace, quel profitto che indica non solo la volontà di controllare le ricchezze naturali,petrolio, materie prime, ma anche il fatto che i veri motivi di quasi tutti i conflitti internazionali sono di interessi economici cosi potenti da inquinare la vita politica che è quella chiamata a decidere per risolvere i conflitti internazionali.
No alla guerra non esprime solo il desiderio che l'Italia resti fuori dalla guerra, il primo No è alla guerra in quanto tale. Cari cittadini dobbiamo essere convinti che il domani è scritto nell'oggi e che il futuro sarà ad immagine del metodo e delle pratiche seguite per costruirlo.
Alcune dure lezioni sull'inutilità e dei costi umani della guerra le abbiamo già ricevute dalla storia. Senza dimenticare che conflitti, odio e disuguaglianze escono rafforzati, dai conflitti armati, creando ulteriori e future insicurezze e instabilità. Le soluzioni vanno trovate con la politica, con l'intelligenza e la ragione. Per questo non si vuole fare sconti a dittatori e terroristi o alla violenza, da qualunque parte questa arrivi. Ciò dobbiamo essere convinti, che occorre il coraggio del ragionare, del capire, e nel intervenire con intelligenza per evitare le tentazioni di scorciatoie. La guerra, che dopo l' ultimo conflitto mondiale è stata formalmente vietata dalla carta delle Nazioni Unite è ripudiata, anche da molte costituzioni nazionali, compresa quella Italiana.
Non mancano quanti tentano con linguaggi e motivazioni spesso infondate, ma tese a seminare confusione,per giustificare la necessità di un intervento militare.
Nessuna acrobazia linguistica può trasformare uno strumento di morte come la guerra, in un operazione di pace e di vita. I conflitti le guerre si possono prevenire, intervenire alla radice che li genera, che li alimenta, la disperazione, la fame, le disuguaglianze, le ingiustizie sociali, intervenire politicamente su tali questioni, vuol dire che non c'è pace senza giustizia.
Significa che intervenire politicamente sulle condizioni di sfruttamento non contribuisce solo a realizzare maggiore equità e giustizia, ma anche strumento efficace per sconfiggere qualsiasi forma di terrorismo. Una pace stabile esige una politica realistica, dialogo, e capacità di aggredire le cause sociali di sfruttamento, miseria e disuguaglianze internazionali per fare della giustizia la premessa di ogni convivere disteso e sereno.
Una cosa fondamentale da fare spostare di più la nostra attenzione ai bisogni delle persone. Significa creare le condizioni perché non si realizzi tanto e solo l'equilibrio tra i governi, ma una vera tutela dei diritti fondamentali di ogni cittadino del mondo.
Visto questa bella fioritura di bandiere della Pece colorate in tutta Italia, utilizziamolo al meglio questo meraviglioso momento per far sentire tutti insieme il No alla guerra, si alla pace, e una proposta perché giustizia e politica si sostituiscano alle armi e agli eserciti.
E' urgente, doveroso e necessario cari cittadini restare uniti, intrecciare gli sforzi e opporsi alla logica delle divisioni con un sforzo teso all'unità e alla concretezza del risultato di Pace, facciamolo per amore di quegli uomini, donne e bambini che con la guerra sarebbero destinati a morire.
Se riusciremo tutti insieme a fermare la guerra potremo dire con entusiasmo di aver fatto un grande passo in avanti, di civiltà, di cultura della pace, e di aver contribuito a costruire una società migliore, più giusta per tutti i cittadini del mondo. "
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