Inaspettate emozioni
Inaspettate emozioni
Il sole è spesso complice essenziale di giornate particolari nella loro semplicità.
L’idea base di come trascorrere un weekend di festa in genere è sempre la stessa: si lascia il caos della metropoli per un paio di giorni, rifugiandosi in una realtà che, essenzialmente grazie alla sua totale lontananza dal tran tran quotidiano, riesce a trasmettere la sensazione di vacanza, come una mano amica che aiuta corpo e spirito a staccare la spina dallo stress.
Purtroppo però non sempre si gusta ogni attimo di queste esperienze, tutto si dà per scontato, per banale, per convenzionalmente necessario.
E così non si notano i particolari più belli che la natura ci regala, magari durante la sferzante ascesa di una montagna mediante una semplice utilitaria, ormai troppo impregnata dello smog e dell’inquinamento cittadino, alla conquista di un paesino fuori dal tempo, ma immerso nei meandri della storia.
L’udito, ubriaco dei rumori e della cacofonia di sempre, non apprezza il silenzio armonioso dell’ambiente circostante, purtroppo violentato dal momentaneo ruggire di quel motore che non può far’altro che ubbidire ossequioso agli ordini del suo cuore di ferro.
L’occhio non apprezza il fruscio rilassante di un ramo sempreverde che assieme ai raggi del sole e al soffiare di una leggera brezza, sembra impegnarsi solo per noi a creare un meraviglioso gioco di luce ed ombra.
L’olfatto sembra non riuscire a captare l’essenza di una miscela corroborante, mista a fiori tipici della stagione, erba mai arida, avida di occasionali scrosci d’acqua, campi coltivati di fresco ed aria pura che sembra venire dal paradiso.
Contenti di testare un nuovo ristorantino tipico, si pranza sulle sponde di un ruscello che, con la sua corrente, vorrebbe spazzare via il peso delle preoccupazioni e dei problemi che ci affliggono.
Alla vista di questo spettacolo la prospettiva inizia lentamente a cambiare e già ci si sente felici per il solo motivo di essere lì.
Si gustano meglio anche tutti i sapori della cucina locale e le poche chiacchiere che si fanno durante il pasto. Poi l’ottica di tutto ecco che viene repentinamente ribaltata, nell’istante in cui il cameriere porge quel pacchettino sulla tavola e si percepisce che una conferma inaspettata è la molla per far esplodere senza ritegno la felicità e la voglia di recuperare ogni attimo di semplicità e bellezza che si è trascurato.
Si riesce a ricordare sempre che solo in quegli occhi verdi c’è tutto quello che si è e solo quegli occhi stessi sanno ciò che si è sempre voluto: un’emozione forte, magnifica, come quella che, risalendo un’altura la volta successiva, non ci si farà più scappare.
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