Il caffé sospeso o in attesa è un modo per rendere più buono il caffé. Paghi il tuo e lasci un caffé per qualcun'altro, già pagato, magari qualcuno che non può permettersi di pagarlo perché non ha la moneta. Si pratica in alcune zone d'Italia per usanza tradizionale, nel centro Europa lo fanno per solidarietà. Sono tante le conseguenza del "caffé sospeso".
Come funziona: ci sono dei bar che espongono un cartellino o un bigliettino di buoni con scritto "caffé pagato". In altri bar invece si espone la lavagna con segnato caffé o bollicine, perché anche queste, ebbene sì, possono essere "in attesa". L'avventore paga il suo conto e vi aggiunge un caffé in più, quel caffé resta sospeso e in attesa.
A Trento sono tre i bar che praticano quest'usanza: il Barycentro della Cooperativa Samuele, in via Venezia; il Community Bar Social Stone, in Bolghera e il caffé Adria in San Martino. In tutti e tre i locali, chiedendo alla cassa, si possono lasciare i sospesi, e sono sempre parecchi i caffé segnati in lista.
Lasciare un caffé pagato, con scontrino normale si può fare anche nei piccoli bar, ma nelle città il caffé sospeso per essere "affidabile" ha una sua regola, deve essere segnato ed esposto, ove evitare al cliente che lo chiede di essere al centro dell'attenzione, inoltre viene regolarmente conteggiato come "caffé pagato".
In Europa sta nascendo la "rete del caffé sospeso" dopo la prima ondata di moda che ha contagiato i curiosi, perché l'iniziativa funziona, intressa, insomma la gente ha piacere di lasciare un caffé e ha anche piacere di trovarlo già pagato.