INPS: il difetto legislativo del ricongiungimento oneroso
Non ci sono i soldi per garantire il pensionamento ai lavoratori? Il Governo risolve rendendo il ricongiungimento contributivo "oneroso" verso l'INPS.
L'Istituto nazionale non è nuovo a vuoti legislativi che obbligano a scelte impossibili o a rinunciare, parliamo principalmente di chi ha usufruito della opzione "riscatto delle laurea" o della opzione "ricongiungimento contributi pubblici".
La ragione del vuoto sta nella scelta politica, effettuata dal governo Berlusconi nel 2012, per opera del Ministro Tremonti, mirata alla unificazione dei diversi enti pensionistici a vantaggio dell'INPS che risulta in difficoltà liquida per la garanzia delle pensioni.
Non a caso infatti il passaggio all'INPS implica sempre un peggioramento economico, calcolato sul reale assegno pensionistico mensile, dovuto ai calcoli dell'ente che differiscono per diverse "garanzie" dagli altri enti, se vogliamo dire più alleggeriti a carico costi.
Purtroppo però il programma di accorpamento, o per fortuna di per sé, non è andato a buon fine, il Governo Berlusconi è caduto e ha lasciato a metà un procedimento, con la conseguenza che i cittadini in "ricongiungimento oneroso" si trovano ora ad avere costi impossibili, che superano i 50 mila euro. Un brutto affare.
Un vuoto legislativo grave, specie poiché passato inosservato e con difficile soluzione, essendo predisposto per una operazione di accorpamento che nessuno ha legittimato. Tornare indietro? Possibile.
Preso atto che nessun decreto legge in Italia è incontrovertibile non resta che attendere per il futuro nuove decisioni politiche, che tuttavia hanno lasciato non solo l'amaro in bocca, ma specialmente un grave problema di vertenza cittadino vs. Stato per chi ha già fatto domanda di "ricongiunzione onerosa".