Gli italiani un popolo di benefattori !
Lungi dall’essere solo una forma di appartenenza ad associazioni internazionali o legata a luoghi prestabiliti, la carità in Italia assume mille forme: dalle monetine ai semafori ad un panino ai bisognosi. Sono questi piccoli gesti a fare degli italiani un popolo di benefattori dal grande cuore. Come diceva, l’appena beatificata, Madre Teresa di Calcutta : “le nostre opere sono piccole gocce nell’oceano ma se non le facciamo quelle gocce mancheranno per sempre” e questo insegnamento sembra aver messo radici nel cuore dei cittadini del Belpaese.
Stando ai dati emersi dall’VIII Rapporto biennale sull’associazionismo sociale, elaborato, come ormai da venti anni è consuetudine, dall’IREF, l’istituto di ricerche educative e formative delle ACLI, un italiano su due fa quotidianamente beneficenza. Si tratta di un’indagine che illustra i numeri, le strutture, la fisionomia del Terzo Settore, dal 2000 ad oggi. I risultati sono: la tenuta del grande associazionismo organizzato e parallelamente la forte ripresa dell’azione volontaria in forme nuove di impegno locale e individuale. E ancora: l’emergere dei comportamenti socialmente responsabili, l’aumento del consumo critico, di donazioni, del commercio equo e solidale, di stili di vita sobri e una maggiore attenzione ai risparmi. Il rapporto ha registrato una spiccata sensibilità degli italiani nei confronti delle tematiche sociali. L’impegno volontario, dopo anni di stagnazione, cresce se pur seguendo un modello diverso rispetto al passato. Si assiste ad un “volontariato di vita quotidiana” praticato al di fuori delle grandi associazioni e dai luoghi organizzati. Questa nuova forma di beneficenza ha carattere locale e individuale e riguarda soprattutto donne e uomini di ceto medio provenienti dal Nord Ovest del Paese, spesso praticanti cattolici.