Una Festa dei Popoli bagnata quella di ieri pomeriggio, che come ogni anno si presenta alla popolazione trentina con una proposta coloratissima di eventi e stand, curati continente per continente e nazione per nazione dagli immigrati che oramai da tempo si sono trasferiti in Trentino, chi per lavorare, chi per motivi politici, chi per necessità di sopravvivenza.

Le cifre sono come ogni anni significative: tutti i continenti sono rappresentati, maggiori numeri per America Latina e Africa, ma anche l'Europa orientale non è da meno.

Quindi oltre che le fiere bandiere delle nazioni presenti in Trentino con le loro famiglie, anche cibi, colori, abiti tradizionali, canti e musiche, che si sono alternate sul palco della festa per portare un po' di ricordi, e anche un po' di nostalgia tra i partecipanti.

Centro Missionario Diocesano e Fondazione Migrantes sono i due principali promotori che si occupano di coordinare, attraverso lo storico fondatore della festa don Giuseppe Caldera, i gruppi di cittadini nuovi trentini, che anche quest'anno hanno prima di tutto ringraziato i trentini della collaborazione e della opportunità di trovarsi.

Feste e balli che si sono scatenati con il 19 maggio, la Festa dei popoli per i bambini e il 20 maggio, la festa dei popoli delle nazioni, dove anche la parte “sociale/economica” è stata attiva nelle proposte degli stand. Sempre più integrazione e sempre meno estraneità, chiedono i migranti, che oramai si trovano a fare i conti con concetti come diritto di cittadinanza, italianità e per i nuovi permessi di soggiorno e diritti civili “italianissimi”. Qualcuno con nostalgia, molti con entusiasmo, peccato per la pioggia incessante che ha rovinato in parte la riuscita della festa.