Facebook la ragnatela che avvolge le persone
Facebook la ragnatela che avvolge le persone
La suggestiva immagine del mondo avvolto in una gigantesca ragnatela è ormai entrata nell’immaginario collettivo e lo stesso motivo è stato sapientemente riproposto sulla homepage di Facebook, il più noto tra i social network. In una società ingessata sotto molti punti di vista sembra paradossale che in un lasso di tempo relativamente breve la rete sia riuscita a modificare fortemente le nostre abitudini. La diffusione dei computer e l’estensione capillare delle reti veloci in buona parte del Paese hanno reso possibile l’ascesa di nuove forme di socialità e nuove possibilità di conoscenza e condivisione del sapere e non solo. Senza usare eufemismi con i suoi 500 milioni di iscritti totali, di cui ben 17 milioni italiani, in pochi anni Facebook si è guadagnato l’appellativo del social network per antonomasia. Il creatore, nerd come nella migliore tradizione informatica, è Mark Zuckerberg, che nonostante l’insofferenza dimostrata più volte in materia di privacy, è ormai salito nell’Olimpo dei grandi della rete. Fa sorridere il pensiero che il prototipo del famigerato ‘libro di facce’ fosse un certo Facemash che nasceva durante un momento di sconforto dello studente Mark dovuto a pene amorose! Quell’amore andato a male ha dato frutti certamente diversi da quelli che sul momento si potevano presagire. Incontrarsi on-line, conoscere gente che abita dall’altra parte del mondo, cercare i propri parenti, migrati in tempi diversi e stabilitisi altrove, visitare con un click città a km di distanza e al tempo stesso scegliere un camper o un cane sono le prime possibilità che ci sfilano ordinate nella mente quando pensiamo a internet. Se ancora la televisione troneggia tra i mezzi di comunicazione, è fuor di dubbio che le notizie viaggino sempre più velocemente tra le numerosissime pagine web piuttosto che con altri mezzi. L’irresistibile fascino del web è legato principalmente alla possibilità di conoscere altre persone e condividere esperienze e interessi comuni. Il vero fenomeno è rappresentato dalla nascita delle piattaforme virtuali costruite con l’intento di condividere dei contenuti tra più persone. Nati da una sorta di condensazione del principio base del world wide web tali programmi consentono in uno spazio definito e regolato da semplici comandi di poter interagire e condividere emozioni e materiali di vario tipo con un elenco di persone ‘selezionate’. Se prima la volontà di condividere stati d’animo si appagava con il programma Msn, che grazie al software di cui è dotato, dà la possibilità di ricreare una chat selezionando i contatti desiderati, nel giro di pochissimo tempo tale sistema, seppur efficiente, è stato quasi completamente soppiantato da altre tipologie di reti sociali innovative, meno statiche e, certamente, più ambiziose. Molti utenti usano Facebook per lavoro, altri per amicizia, le reti informali tra le persone si allargano fortemente e lo stesso social network diviene una vetrina per reclamizzare i propri prodotti o le proprie capacità. In tale calderone di novità che si rincorrono secondo dopo secondo è molto semplice riscontare affinità con utenti anche molto lontani e abbassare le proprie difese concedendo con facilità la fiducia a persone che non si conoscono realmente. I rischi di Facebook sono gli stessi di internet, ma mentre sembra ormai dominio pubblico il non dover diffondere i propri dati economici (numeri o password di postapay e simili), troppo spesso non si riconosce il valore delle nostre esperienze reali, della delicatezza di certi sentimenti o di alcuni aspetti della propria vita intima. Bisogna sempre aver chiaro che ognuno ha la libertà di vivere a suo modo gusti, opinioni ed esperienze, di conseguenza pur conoscendo virtualmente una persona identica a noi per idee e pensieri non si può mai avere la certezza del significato che egli vi attribuisce. Insomma dietro il principe tanto sognato potrebbe esserci un rospo buzzurro, con i nostri stessi ideali grazie ai quali vive e interpreta la vita in maniera completamente diversa da come ci si aspetterebbe! La riproposizione dell’immagine a tela di ragno, così come viene visualizzata nella home-page del sito stesso è quanto mai esemplificativa: ogni nodo è rappresentato da un individuo, che facendo rete con gli altri tesse il collegamento. A tal proposito è interessante lo studio del professore Dunbar, docente di Antropologia Cognitiva presso l’Università di Oxford. Proponendo i risultati di un suo studio egli ha affermato che nonostante si possano ‘aggiungere’ al proprio profilo personale fino a 5000 contatti la singola persona riesce a interagire ‘effettivamente’ con un massimo di 150. Il dato coincide con le statistiche ufficiali che il social network rende note, visualizzandole emerge, infatti, che un utente medio riesce a mantenere i contatti con circa 130 amici. Limiti della mente umana e potere di Facebook!
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