In pensione anticipata: fino al mese scorso lo spettro dell'allungamento dell'età pensionabile femminile era, appunto, uno spettro, che da oggi potrebbe invece risolversi con una soluzione più adeguata, cioè l'apertura della finestra per la pensionabilità a 57 anni di età, o meglio dopo almeno 35 anni di contributi.
Il motivo di questa decisione, da una parte, per ritornare alla logica della flessibilità pensionistica, dall'altra per aiutare le donne che hanno sufficienti contributi a poter restare a casa dal lavoro, ma con un compenso equo pensionistico.
La riforma precedente, nota come Fornero, alzava l'età a 62 anni, come minima età, insieme al parametro della maturazione contributiva. Tale riforma non era adeguata, per cui si torna un passo indietro, ma fermo restando la possibilità di rimanere al lavoro.
Per chi maturerà la pensione entro il 31 dicembre 2017 non è previsto il taglio del 20% dell'assegno. Si chiama "opzione donna" tale possibilità e consente una maggiore flessibilità personale. La sperimentazione inizierà a partire da oggi, o almeno questo pare, con la pensione contributiva si copre l'intero periodo.
Il motivo principale di questa riforma è che pochissime donne avevano optato per la pensione flessibile, che riduce l'assegno, fino a che non è stata aumentata l'età pensionabile.
A quel punto al contrario vi è stato un aumento di donne che hanno fatto la richiesta per la pensionabilità anticipata, per cui è stata messa a punto la nuova proposta pensionistica per le donne.