Divorzio breve, è legge
Divorzio breve, è legge
Il matrimonio breve è legge: viva il matrimonio. Sta suscitando un certo malessere il provvedimento legislativo che approva la forma del divorzio breve, con meno spese, entro i primi sei mesi di matrimonio. Non che fosse una novità, che molte coppie esplodono in meno di un anno, ma è una novità che ne prenda atto la società civile. Cerchiamo di fare mente locale sul problema: le coppie che litigano ci sono, la gravità aumenta quando ci sono in mezzo i figli, magari appena nati. Il matrimonio è un contratto, oltre che un patto sociale e per alcuni un sacramento. Da qui si parte per farne valutazione. Conviene o no? Ha un senso oppure no? I casi che necessitano di questa forma sono chiari e semplici: nel caso in cui ci siano in arrivo dei figli è certo il primo, ma anche il caso in cui il convivente abbia gravi problemi o ci siano dei problemi legati strettamente ai diritti civili. Anche in questi casi infatti il matrimonio può essere funzionale ad altri diritti, su cui non c'è diritto di rivalsa, ma non essere il benvenuto. Sono temi che riguardano strettamente le coppie e non possono essere discussi in via generica, tuttavia non va sottovalutata la possibilità di non contrarre il matrimonio se non ci sono i presupposti che duri. Insomma, meglio la convivenza o il matrimonio? I giovani sono sempre i primi ad avere le idee chiare, meglio il matrimonio breve, ma non la pensano così la chiesa e le istituzioni, per cui in ogni modo il business del divorzio potrebbe diventare un modo come un altro per avere vantaggi sociali anche dove non sono dovuti. Perché sì: per i figli in arrivo, che non hanno colpa se la coppia non è felice; per il coniuge che ha subìto danni o violenze, per il diritto ad essere risarcito lautamente; per i casi di effettiva impossibilità di avere un diritto senza doversi sposare, consci che non sarà per sempre. Perché no: non è la soluzione per le coppie indecise, per chi non valuta con attenzione l'impegno di avere una relazione duratura, per chi pensa che il matrimonio sia una cosa di poco conto che si fa presto a cancellare.
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