Crisi economica e crisi esistenziale
Crisi economica e crisi esistenziale
La crisi economica porta a delle alterazioni al normale prosieguo della vita. Ad esempio ci sono saldi tutto l’anno… Ci avete fatto caso? Beh, io si, l’ho notato soprattutto perché nonostante i prezzi stracciati (e detto da una inoccupata ha il suo valore) pochissimi comprano. Crisi, crisi, ormai, una parola d’ordine. Eppure questo periodo nero sembra proprio perdurare e inghiottire aspirazioni e speranze. Non c’è lavoro per chi si deve inserire, chi, invece, già lo ha lo potrebbe perdere con una certa facilità. Non è colpa dei datori di lavoro, è la situazione di latenza in cui versano tutti i settori a comportare ciò. È depressione tra i giovani che vorrebbero costruirsi un futuro, ma non possono permettersi neanche di sognare. È depressione tra gli adulti che una famiglia ce l’hanno ma non sanno per quanto ancora potranno mantenerla. Ormai ci sono due grandi gruppi i ‘poveri’ e i ‘ricchi’. Il ceto medio è scomparso e questa constatazione è molto dura se confrontato ad una fotografia dell’Italia di solo qualche anno fa: il nostro Paese è sempre stato caratterizzato dall’esistenza della classe media! È da venti anni che gli artigiani hanno vita dura e arrancano, mentre i posti pubblici, in esagerato esubero, non assorbono più. Il dilemma è per chi cerca lavoro. I più giovani ripiegano sui call-center, che soprattutto nelle città universitarie pullulano come alimentari. La necessità di aiutare la propria famiglia nel sostenere le spese fa riversare ragazze e ragazzi all’interno di questi complicati sistemi contrattuali a basso costo per il datore di lavoro e a bassa resa per il lavoratore. La situazione è certo difficile e ci si ritrova spesso a dover pagare per poter essere ammessi ad uno stage, quindi invece di essere pagati per lavorare dobbiamo pagare noi per poter lavorare. L’immobilismo delle carriere provoca un blocco della vita: si finiscono gli studi, mediamente tardi e ci si ferma, sospesi. Purtroppo però il tempo passa comunque e si risolve ben poco lasciandosi trascinare tra un lavoretto ed un nuovo corso. Tutti cercano qualcosa di più che possa fare la differenza, ma siamo proprio sicuri che questa differenza ci sia?
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