Capitali europee della cultura
L’istituzione delle Capitali Europee della Cultura risale al 1985 e nel corso degli anni le modalità di scelta delle città hanno subito articolazioni differenti. L’individuazione delle vincitrici è comunque sempre attuata tramite gli organi dell’ Unione Europea ed essere designate come Capitale Culturale è un traguardo importante, sia per il rilancio socio culturale delle città prescelte che per un’immediata visibilità internazionale.
Nel 2010 le Capitali sono: Instanbul (Turchia) , Essen (Germania) e Pècs (Ungheria).
Per ricordare una Capitale Europea della Cultura in Italia bisogna arrivare al 2004 con la vittoria di Genova.
L’Unione tramite il programma chiamato Cultura eroga somme destinate al finanziamento di mostre, spettacoli, concerti, festival che mirino a valorizzare il patrimonio artistico della città e della nazione di cui la stessa è parte. Lo scopo ultimo è quello di salvaguardare e sostenere l’ampio bacino creativo dell’ Unione Europea nel suo complesso, prevedendo anche azioni di sostegno che non si esauriscano nel breve periodo ma mirino a creare realtà artistiche sempre più consolidate, in linea con gli sviluppi della vita sociale ed economica del Vecchio Continente.
Individuare le Capitali Europee della Cultura diventa in tal modo un pretesto, per attirare le persone e far conoscere i prodotti culturali dei vari paesi, così da favorire lo sviluppo e lo scambio interculturale dei cittadini.
In merito alle scelte del 2010, particolarmente significativo è il ruolo assegnato ad Instanbul, in quanto la Turchia ha avviato da tempo le trattative per la sua controversa entrata nell’ Europa. Ora lo stato turco ha una possibilità in più per dimostrare la propria apertura intellettuale e culturale.
Anche per Essen, celebre città della regione siderurgica e industriale della Ruhr, la scelta offre la possibilità di reinventarsi come polo culturale e attrarre non più soltanto per le proprie industrie.
Infine Pècs, impiegherà in maniera lungimirante la visibilità data dall’investitura, realizzando un polo culturale nella rinomata manifattura di Zsolnay, per dare spazio alle arti contemporanee con musei, laboratori creativi ma anche ampliando le capacità recettive tramite l’apertura di alberghi di lusso e ristoranti.