Hanno cercato in ogni modo di convincerci che la crisi sia un’opportunità. Cosa vuol dire “crisi” in fondo, se non rimettersi in gioco, spaccare il filo del passato, trovare nuove strategie?
Accade così che mentre brancoli nel buio e cerchi la luce in fondo al tunnel, ti accorgi che la crisi è un’opportunità per crescere, ti accorgi della “grande bellezza” che può essere.
Vince l’Oscar il film di Sorrentino, La grande bellezza, che parla di una sensazione di inafferrabile e irrefrenabile, di desiderio, di brivido e di gusto. Sembra ripercorrere una passeggiata attraverso un luogo (Roma) dal fascino indiscusso, una città che stavolta non allarga le sue braccia ad accogliere l’umanità, ma una città che vanitosa della sua bellezza ti osserva e, superba, si eleva al punto tale che tu possa solo guardarla e non esserne parte.
Ebbene, alla luce di ciò, per aver saputo cogliere lo smarrimento dell’uomo moderno La Grande Bellezza è un capolavoro. Come gli dei che impassibili osservano le misere vicende umane, così la crisi, la spaccatura con il passato divide tutti in “coloro che possono e coloro che non possono”. La linea è sottile, si tratta solo di un attimo, di un secondo e nulla più. Ma è un secondo che ti legge dentro e rimane come un cristallo in ognuno di noi.
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