La mutilazione genitale femminile, conosciuta spesso come infibulazione, ovvero una pratica chirurgica invasiva non richiesta medicalmente, è illegale in tutto il mondo, tranne in alcuni paesi: secondo il più recente report dello scorso anno le nazioni maggiormente interessate sono la Mauritania, Yemen, Burkina Faso, Kenya, Ethiopia, Mali, Somalia, Uganda, Egitto ed Eritrea. Si tratta di solo alcune nazioni in cui sono praticate queste ritualità, poiché anche nel popolo migrante, in alcuni casi, in Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda, si sono rintracciate sub-culture affiilate a questo percorso. Nonostante sia vietato.
Le pratiche sessuali dell'infibulazione consistono nel dominio del maschio sul piacere sessuale della donna, sono effettuate a donne e ragazze mettendone, a volte, a rischio la salute. Le pratiche violano espressamente e Diritti unami della femmina. Delle 29 nazioni più conivolte, solo in 17 non è ancora stato possibile creare delle normative che aiutino a far rispettare la donna, anche nella sua sessualità.
Le pratiche in questione sono molto dolorose, sia nel momento in cui sono effettuate che dopo, per di più sono finalizzate a togliere il piace nel rapporto sessuale, in modo che la donna non conservi desiderio alcuno di appagamento nel sesso.
Le nazioni unite (ONU) hanno stabilito che per l'agenda del 2015 lo stop alle mutilazioni genitali femminili dovrebbe essere una delle priorità di operatori sociali e di volontari, dunque queste sono le novità della Giornata contro le Mutilazioni genitali femminili 2015, che si celebra ogni anno il 6 febbraio.