Andare contro i luoghi comuni e i pregiudizi, puntare sul Basket (la pallacanestro) come uno sport completo, con una filosofia alla base. Una piazza tutta orecchi per ascoltare l'esperienza di vita di uno dei personaggi più autorevoli del settore, che a 88 anni ha gestito una platea all'aperto parlando in piedi, e rendendosi come sempre brillante.
"Non esistono più playmaker. Quando vedo i playmaker che chiamano gli schemi con le dita penso che favoriscano gli avversari. Io volevo che i miei giocatori si intendessero con un'occhiata senza rivelare le proprie intenzioni di gioco".
Ha presentato a Trento al Festival dello Sport, in piazza Duomo, il suo libro: "L'ABC del Basket" edito da Rizzoli. Una piazza pronta ad ascoltare un allenatore, un cronista, un personaggio della TV, che ha fatto davvero la storia dello sport, rilanciando, in Italia, diverse specialità che erano messe da parte.
Non lo vuole nemmeno sentire, Dan Peterson, che gli stranieri siano a prescindere giocatori migliori di quelli italiani, ha avuto moltissimi nomi di cestisti che hanno fatto la storia, ma i botteghini stentano a spingere il Basket, che ancora in taluni casi resta uno sport misterioso, grazie a Peterson, un pochino meno. MC