Dalla metà del Quattrocento ad oggi una invenzione ha cambiato il mondo: la stampa litografica, ovvero i libri, che sono stati un modo assolutamente nuovo e tecnologico di diffondere la cultura tra le persone. Dai primi manoscritti, copiati e ricopiati dagli amanuensi, dalle persone di cultura, per poi andare nella direzione degli incunaboli, tra Bergamo e Venezia si iniziano a diffondere i libri.
Dal Cinquecento in poi la tipografia arcaica inizia a produrre in modo in un certo senso commerciale, segno del Rinascimento.
Incisori, compositori di pagine e litografi sono i protagonisti della ricchezza e della cultura del nord est veneziano e della Serenissima: tra i primi stampatori Aldo Manunzio. A Bergamo, invece, 50 anni dopo, si presenta sulla scena del libro Comino Ventura, che lavora con i torchi di stampa.
L'Arte della Tipografia, che non è andata in disuso, nonostante internet, rappresenta un periodo storico di fondamentale importanza per l'Italia, infatti nel Cinquecento si diffonde la tradizione della stampa in volgare, che – altrimenti – sarebbe rimasta nel manoscritto e nel parlato, tradizione popolare. La mostra è stata inaugurata il 21 maggio e resterà esposta fino al 30 luglio, presso il Palazzo del Podestà a Bergamo Alta (MC).