A ROMA APRE MAXXI: museo nazionale per il contemporaneo
A ROMA APRE MAXXI: museo nazionale per il contemporaneo
Maxxi – primo museo nazionale dedicato alla creatività contemporanea, sarà aperto al pubblico definitivamente a maggio 2010, si tratta di una Fondazione costituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il nuovo museo italiano delle arti è nel quartiere Flaminio a Roma e l’imponente edificio, inaugurato con un’ apertura anticipata a novembre 2009, è il risultato del progetto vinto dall’ architetto irachena Zaha Hadid. La proposta dell’architetto ha suscitato l’interesse favorevole della commissione per la capacità di integrarsi nel contesto urbano adiacente, superando quindi altri 273 progetti architettonici.
Maxxi vuole essere un punto di riferimento sia per mantenere il patrimonio creativo del paese, sia per favorirne la conoscenza al grande pubblico, nonché sostenere l’innovazione e la sperimentazione artistica. All’interno di Maxxi sono ospitate due istituzioni: Maxxi Architettura che si suddivide in due sezioni, una legata al museo storico ed una al museo contemporaneo con opere del XXI secolo e Maxxi Arte per presentare la produzione artistica contemporanea e avere a disposizione un luogo di sperimentazione, produzione e distribuzione dell’arte.
Maxxi vuole essere un grande campus dedicato allo studio, alla ricerca, a progetti di laboratorio e conservazione della cultura, con collezioni permanenti, mostre, una biblioteca, una mediateca, eventi culturali e didattici.
Nella grande piazza esterna saranno accolte opere ed eventi live. All’interno si trovano anche un bookshop e una caffetteria.
Per l’apertura straordinaria, organizzata a novembre 2009, la coreografa tedesca Sasha Waltz ha ideato una performance che richiamasse lo spirito del progetto architettonico di Maxxi: se ogni costruzione è unica e caratterizzata da uno specifico rapporto con lo spazio, anche l’azione performativa si rivela tale, in quanto unica nel tempo in cui si realizza. Gli spettatori che hanno assistito all’ evento sono stati liberi di seguire le installazioni di corpi dei danzatori, così da crearsi un proprio percorso all’interno del nuovo museo.
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