Durante la lettura di un libro a volte si ha l'impressione di ascoltare un amico: improvvisamente emergono emozioni e parole, ritenute fino ad allora strettamente personali, che si scoprono condivisibili. E' in quell’istante che si comprende che ciò che si era tenuto gelosamente celato dal mistero ora può essere apertamente rivelato, perché non si ha più paura dei propri pensieri, né di essere giudicati.
Nei “Racconti di Cassano” convergono le storie di uomini e donne nelle corsie dei reparti di cardiochirurgia di alcuni ospedali italiani; sullo sfondo, il resoconto di 61 anni di vita scandita da interventi alle coronarie, lotte politiche, l’esperienza dell’amministrazione di un comune lucano nella fase post-terremoto, la quiete nella poesia ed un inesauribile anelito verso l’utopia.
Questi racconti sono stati pubblicati su iniziativa del Liceo Scientifico "Galileo Galilei" di Potenza dove il professor Mario Romeo ha insegnato per molti anni. La pubblicazione ha visto la luce, come scrisse il prof. Nicola Savino nella presentazione del libro, principalmente "per il valore oggettivo della testimonianza umana e culturale, per l'efficacia narrativa e la chiarezza dello stile, per lo spessore delle riflessioni sui temi cruciali dell'esistenza."
Mario Romeo, nato a Piperno e laureato in lettere classiche, è divenuto un affermato insegnante liceale, poeta e scrittore.
Numerosi furono i suoi scritti di carattere vagamente psicologico, con un tono lievemente intimistico, sintomatici di una personalità poliedrica e fortemente legata alla sua profonda cultura classica.
Pubblicato postumo, questo libro rappresenta l’episodio conclusivo dell’esperienza esistenziale e letteraria del letterato picernese, caratterizzato dal racconto a piena voce degli ultimi due anni di vita di un cardiopatico in attesa di trapianto di cuore.
I "racconti di Cassano" nascono nel corso di uno dei tanti ricoveri in ospedale a causa di una cardiopatia cronica che ha tormentato Romeo fin dalla gioventù. Nel periodo trascorso presso il centro cardiologico della Fondazione Maugeri di Cassano, lo scrittore sofferma la sua attenzione su altri soggetti che, come lui, attraversano un percorso travagliato e irto di difficoltà. Un’esistenza segnata dall'esperienza, spesso tragica, della malattia, è ciò che accomuna questi personaggi, che vivono le loro patologie con metodologie differenti ma accomunati tutti dall’opportunità di guardarsi dentro non recitando più alcun ruolo attribuitogli in tutta la loro esistenza e di stilare dei consuntivi senza mascheramenti. Il personale medico e paramedico, indispensabile per la cura, rimane in ombra nella narrazione. E’ sempre il malato il soggetto più importante giacché "capace di confessarsi, di rivelarsi, di mostrarsi". Solo nell’indisposizione si comprende appieno che l'“Abbandono” e il "Dolore" fanno parte dell'essere umano e che il desiderio dell'uomo moderno di sconfiggere il dolore e la morte appare totalmente illusorio ed utopico.
C'è chi, soprattutto se giovane, non si rassegna al fatto che dovrà regolare la sua vita in modo diverso senza "rendersi conto che forse la vita potrà essere migliore e più ricca di quelli di tanti che, credendosi sani, non sanno amministrare il proprio essere al mondo". Altri, invece, riescono a convivere con la malattia non sentendola come una disgrazia irrimediabile, riuscendo ad acquistare quel pizzico di sensibilità in più che "può rendere una vita più ricca", l'esistenza "aperta ad intime esperienze che affinano l'animo".
Nel testo sono presenti riflessioni sui temi fondamentali della vita, sui rapporti umani e viene palesato come lottare e vincere la malattia sia importante per se stessi e non solo.
Nonostante il dolore, infatti, la vita è sempre degna "di essere bevuta in fondo, fino all'ultima goccia", anche se il corpo non potrà seguire la mente. Essenziale "è vivere pienamente la propria esistenza cercando un legame solidale con tutti quelli che ci vivono intorno".