A chi - donna - non avesse letto alcun libro di Aldo Busi, suggerirei di iniziare con " Manuale della perfetta gentildonna ": si rimane sorprese di riconoscervi l'assunzione di un punto di vista intimamente femminile, cui fa da contrappunto una speculare inversione di prospettiva - quella mashile -, da cui vengono analizzati aspetti del vissuto esistenziale dell'universo donna: l'eterno gioco di ruoli tra i due sessi - che poi non sono mai soltanto due ma una prulalità - le cui regole sono esaltate o ridicolizzate, a seconda che esprimano pulsioni originarie e dunque autentiche, o stereotipi culturali che riducano a clichè ripetitivo la sessualità, deprivandola proprio di quell' erotismo che vorrebbero esaltare; la maternità , l'educazione dei figli, i soldi, la politica, tutto passato al setaccio di un pensiero straordinariamente lucido, privo di ipocrisie, in una prosa sferzante, ironica, sarcastica e talvolta feroce - come quando, a proposito della vocazione salvifica di tante donne, l'autore dice "Non avere pietà verso chi si è posto da sè nella condizione irrimediabile di non averne nè per gli altri nè per sè.(...) Un uomo che ha superato i limiti del rispetto verso se stesso e ha, come i più, fallito, non è più in grado di stabilire alcuna differenza fra il non rispetto di sè e il non rispetto per gli altri."
Invece, a proposito dell'attrazione e del coinvolgimento, beh, magari è meglio provare a smentirlo in proprio, quando dice " Se volete che sia come la prima volta non fatelo la seconda" ...