Ho appena finito di leggere questo libro, lo chiudo e l'immagine che ho davanti è quella di Pilar, protagonista del film "TI DO I MIEI OCCHI".
Concita De Gregorio ne parla, scrivendo che da questo film '... Non se ne esce uguali... È la prima volta, qui , che si illustra con immagini così poeticamente, drammaticamente e limpidamente, quale sia il legame viscerale e la ragione inspiegabile che unisce la vittima al suo aguzzino...'
L'immagine che mi ritorna in mente di questo film che ho visto parecchio tempo fa è quella di Pilar al mattino presto, truccata e vestita per andare ad un colloquio di lavoro a cui tiene tantissimo.
Antonio, il marito, le sbarra la strada, comincia a prenderla in giro e minacciandola le strappa i vestiti di dosso lasciandola completamente nuda.
La chiude, fuori, sul balcone. Quando le apre, Pilar entra in casa terrorizzata, tremante e si fa la pipì addosso. Il suo sguardo, quegli occhi, ti entrano dentro, in profondità ed hai la sensazione che in quel preciso momento, lei, per la prima volta veda se stessa ed il marito. Ma per quanto tempo il terrore, la paura, la violenza sono state compagne delle sue giornate passate con il marito?
La storia di Pilar è una delle tante storie di donne raccolte dall'autrice che: '... Sono scie luminose, stelle cadenti che illuminano a volte molto da lontano, una grande domanda: cosa ci induce a non respingere, anzi a convivere con la violenza? Perché sopporta chi sopporta? E come fa?... Alcune donne raccontano, molte muoiono...'
Sì, molte muoiono. Prima del cancro, degli incidenti stradali e della guerra, ad uccidere le donne nel mondo , o a causarne l'invalidità permanente è la violenza subita dall'uomo.
Partner, marito, fidanzato o padre che sia. Secondo alcuni dati forniti dal Consiglio d' Europa è la violenza familiare, in Europa e nel mondo, la prima causa di morte per le donne tra i 16 e 44 anni.
In Russia in un anno sono morte tredicimila donne, il 75% uccise dal marito. Ogni quattro minuti una donna viene violentata in America e in Svezia. In Francia una donna muore ogni quattro giorni. In Spagna nel 2004 72 donne sono state uccise dal loro partner.
'... Alcune ce la fanno, qualche altra trova nell' accettazione del male , le risorse per dire, per fare quel che altrimenti non avrebbe potuto. Grandissimi talenti sono sbocciati da uno sfregio. Altrettanto grandi sono stati spenti. Per mille che non hanno nome una cambia il corso della storia. Sono alla fine gesti ordinari. Chiunque può capirlo misurandolo su di se. Sono esercizi di resistenza al dolore'
Seguire le scie dolorose e luminose ci aiuterà a capire: '...da dove cominciare a rispondere alla domanda : come mai è ancora possibile sopportare tutto questo?Cosa inchioda ancora le donne al dovere o al desiderio di sopportare ? Cosa passa dalla mente e dal cuore delle donne che portano, per tutti, il peso della violenza?'
Concita De Gregorio delinea storie di donne con una loro vita artistica ben definita : Dora Maar è pittrice ed è stata la compagna di Picasso per molti anni, Lee Miller è fotografa , Artemisia Gentileschi è pittrice, Louse Bourgeois è scultrice, Sophie Calle è fotografa
E storie di donne qualunque.
Una sola di queste storie di violenza conduce alla morte: l'omicidio di Marie Trintignan per mano del suo compagno.
Entrare in queste storie, facendole nostre, ci aiuta a capire che :
' Malamore è l'amore cattivo che tu credi di governare ed invece ti uccide...Il malamore è gramigna , cresce nei vasi dei nostri balconi. Sradicarlo costa più che tenerselo. Dargli acqua ogni giorno, alzare l'asticella della resistenza al dolore è una folle tentazione che può costare la vita.'
MALAMORE è di Concita De Gregorio