E’ un giallo, che sembra ricordare da vicino certe “strisce” d’autore, l’ultimo libro di Carlo Lucarelli, “Laura di Rimini”, edito da Einaudi.Un plot coinvolgente e un inizio che cattura il lettore salvo poi straniarlo con elementi narrativi che, talvolta, appesantiscono il ritmo della storia e rendono insicura la mano dello stesso autore che, spesso, lascia nel vago alcuni elementi aumentando l’ambiguità di certe caratterizzazioni.
Qual è il filo conduttore che lega una giovane studentessa universitaria ad una banda di russi, un assistente psicotico a inconsueti poliziotti?
Dialoghi vivaci e colpi di scena taglienti si susseguono rapidi, donando alla trama l’andamento nervoso di un respiro veloce che intorbida i contorni dei personaggi e convoglia la vicenda verso un finale poco convincente, che Lucarelli forza per far quadrare le contraddizioni che emergono sulla scena.
Romanzo riuscito a metà, “Laura di Rimini”, lascia il lettore più attento con troppi interrogativi insoluti e un senso d’incompiuto nel finale superficiale e sbrigativo.
Carlo Lucarelli, Laura di Rimini, Einaudi pp. 82