La visitatrice
La visitatrice
La scrittrice irlandese Maeve Brennan è nata a Dublino nel 1917, si è trasferita durante l’adolescenza in America, a Washington, per seguire il padre, ambasciatore della repubblica irlandese.
Muore nel 1993 e molti suoi lavori vengono pubblicati solo dopo la sua morte.
Nel 1997 viene trovato, tra le carte dell’archivio della Casa Editrice newyorkese Sheed & Ward , un breve romanzo inedito, scritto intorno alla metà degli anni quaranta.
Il romanzo nel 2000 viene pubblicato negli Stati Uniti, poi in Inghilterra e successivamente arriva in Italia : La Visitatrice è un romanzo breve che contribuisce a farci conoscere ed apprezzare questa autrice pressoché sconosciuta e dimenticata nonostante la pubblicazione di due raccolte di racconti, accolti molto positivamente dalla critica al momento della loro uscita.

La giovane Anastasia, dopo la morte della madre, a vent'anni, lascia Parigi in cui è vissuta e decide di recarsi a Dublino dove vive la vecchia nonna e dove lei aveva trascorso l'infanzia.
Dopo anni passati vicino alla madre depressa, il suo desiderio è di trovare un ambiente famigliare accogliente in cui ricominciare a vivere.
La descrizione che la scrittrice fa della casa della nonna ci fa capire l'atmosfera opprimente che Anastasia si trova a respirare, subito, fin dal suo arrivo.
'...con pesanti gradini di pietra che conducono alla porta d'ingresso; piena di stanze buie, fredde, percorse da gelidi spifferi, la casa assumeva un'aria introversa, un aspetto severo e indifferente' Le stanze appesantite da arredi cupi sono abitate solo dalla governante e dalla vecchia nonna, completamente chiusa nel dolore per la perdita del suo unico figlio, il padre di Anastasia, abbandonato dalla moglie e dalla stessa figlia che ai suoi occhi è vista come colpevole di aver lasciato solo il padre che l’aveva inutilmente pregata di restargli accanto.
Inutili sono i tentativi di Anastasia di farsi accettare, di non essere considerata solo una 'visitatrice' di passaggio, ma una di famiglia, desiderosa di affetto e di calore.
Cerca in ogni gesto della nonna un riconoscimento, ma tutti i suoi tentativi di farsi accettare e amare sono inutili: per la nonna lei è e rimane solo un'ospite, per lei sarà solo una visitatrice di passaggio. Leggiamo pagine in cui il turbamento emotivo di Anastasia per il costante e continuo rifiuto della nonna è molto forte e ne respiriamo la sofferenza fino al momento in cui la giovane donna, dopo l'ennesimo rifiuto, decide di buttarsi tutto alle spalle e di lasciare quella casa che non può e non potrà mai essere anche la sua casa.
Prima di lasciare quei luoghi a piedi nudi, davanti alla finestra della nonna la sentiamo cantare una canzone :
''C'è una terra felice molto lontano da qui dove mangiano pernice tre volte al dì. Oh, che terra felice è mai quella…'.
La riconciliazione tra passato e presente non è possibile e Anastasia se ne andrà.
Non le è stato concesso, nonostante tutti i suoi tentativi, essere altro che una 'visitatrice'.

LA VISITATRICE è di Maeve Brennan
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