I suoi modelli piu’ evidenti sono i blues aspri e deliranti di Tom Waits e le “chanson” jazzy di Paolo Conte. Ma nel suo repertorio convivono anche il teatro di Brecht e il surrealismo, melodie mediterranee e sonorita’ fragorose di chiara matrice balcanica, pantomime circensi e atmosfere malinconiche degne del miglior Luigi Tenco. Bizzarro, ironico, sentimentale, Vinicio Capossela e’ uno dei cantautori piu’ interessanti emersi in Italia nell’ultimo decennio. Artista errante, che ha fatto del randagismo quasi una filosofia di vita, Capossela ha percorso tutte le tappe di una gavetta dura, da “emigrante”. Nato infatti il 14 dicembre 1965 a Hannover (Germania), approda poco piu’ che ventenne in Italia, dove si divide tra il lavoro di parcheggiatore e gli studi al conservatorio. Ben presto lascia gli studi e si trasferisce a New York dove suona nei pub e nei night-club. E’ grazie all’incontro con Francesco Guccini e Renzo Fantini (poi suo produttore) che riesce a pubblicare il suo primo lavoro, All'una e trentacinque circa, un album che mette gia’ in luce la peculiarita’ del suo sound e che gli vale il premio Tenco come migliore opera prima."I suoni fanno da sfondo al mio mondo immaginario - racconta il cantautore -. Un mondo pieno di guai, affollato di guitti stralunati, strade chiassose e vecchie macchine". Con le quattro ruote, Capossela ha un rapporto intimo, nato negli anni in cui vagabondava lasciando come indirizzo il numero di targa e rifugiandosi in officine, pompe di benzina e, soprattutto, nella sua auto. Quello di Capossela e’ un randagismo musicale, che si nutre di visioni surreali e di personaggi balzani. Il divertissement esotico di “Maraja” (“si scompiscia, si sganascia, si oscureggia il Maraja”) trasforma le “Mille e una notte” in un film di Kusturica.Tra le 18 tracce, classici come "Il ballo di San Vito", "Marajà", "Che cossè l'amor", "E alllora mambo", "All'una e trentacinque circa", "Con una rosa", "Modì", "Scivola vai via", più l'inedito "Si è spento il sole", cover di un pezzo inciso nel 1958 da un giovanissimo Adriano Celentano.