Il nuovo tormentone "Caparezza"
Il nuovo tormentone
LIBERAZIONE 23-11-03 Caparezza ("testa riccia" nel dialetto di Molfetta, sua città d'origine), l'irriverente musicista capace di mescolare molti generi musicali ed uscire dagli steccati del "genere". Le sue rime non risparmiano nessuno, compresa l'autocritica personale.
Il linguaggio è il suo. Ironico, caustico, metricamente ineccepibile, decisamente non "politically correct". Il risultato, un lavoro a volte più profondo di quanto sembri in superficie, a volte più trash di quanto sia sopportabile, ma comunque divertente e, se ha senso la parola, sincero.
Dai tuoi testi emerge una forte critica nei confronti del mondo dello show-business.
Tu incidi per un'etichetta indipendente, cosa significa questo artisticamente?
Ho fatto in passato dei compromessi talmente squallidi nei miei precedenti percorsi artistici che a un certo punto potevo scegliere solo se abbandonare del tutto l'ambizione di fare musica o se continuare a farla a mio modo.
Ho scelto la seconda opzione, la più difficile. Il primo album come Caparezza rappresenta l'inizio di questo, avere la possibilità di comunicare liberamente. Nei tuoi testi appaiono più volte riferimenti a Boito e alla Scapigliatura, come mai?
Trovo la scapigliatura molto vicino al mio modo di scrivere. E' stata la corrente letteraria che ad esempio ha dato origine al giornalismo, al racconto della realtà spietato. Ha tolto quella patina di romanticismo nel descrivere la vita. Molti dei giornali nati in quel periodo in Italia come "Il Becco Giallo" sono per questo stati censurati dalla dittatura.
Ti piace molto saltare da un genere a un altro. Le tue radici musicali?
Sicuramente i Pubblic Enemy " It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back", perché mi hanno fatto innamorare del rap e per la loro capacità di fare politica applicata al sociale. Il primo album di Frankie, "Verba Manent", perché in Italia ha aperto una strada. Qualsiasi album, concerto di Zappa perché… boh, perché era un "figo" e basta: la capacità di mescolare tutto con genialità tanto da creare l'aggettivo zappiano.
Un album dei Led Zeppelin sicuramente, "Led Zeppelin II", un muro di suono che si abbatte sull'ascoltatore.
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