Dopo la vittoria di Artemica 2018 e la pubblicazione dell’EP d’esordio “Migliorare in Peggio”, i B.K, rockband lucchese, tornano sulle scene con “Freddo”, un brano dal forte impatto emotivo che fonde sonorità cupe ad un testo riflessivo, denso di significato.
Il pezzo analizza in musica la solitudine, in particolare, quella che ci può sorprendere pur essendo circondati dal caos quotidiano: un isolamento a cui si attinge quando, il contatto umano, invece di infondere calore e sicurezza, si trasforma in oppressione ed angustia, portandoci a percepire stati d’ansia, panico e smarrimento - «Muri di persone che stringono sopra di me» -. La reazione a questa condizione soffocante, viene poi espressa nel ritornello, attraverso un distacco emotivo e fisico da chi ci circonda, un distacco che però, in fin dei conti, ha come conseguenza ultima l’allontanamento dalla concezione di vita stessa - «Non senti più la vita che ti scorre intorno», guidando l’individuo, animale sociale per natura e per definizione aristotelica, a rifugiarsi in una pace fittizia, individuata nell’insensibilità in cui si rinchiude. Insensibilità che ci discosta dall’imprescindibile rapporto con chi ci sta attorno, trasformandoci in corpi amorfi, espropriati di anima e cuore e derubati nel profondo di tutti quei valori e quelle attitudini che ci rendono umani - «rimane un guscio vuoto e freddo» -, facendoci dimenticare la meraviglia della vita, insita, soprattutto, nei rapporti interpersonali.
Sonorità puramente rock, intrecciate al punk rock ed al grunge anni ‘80/’90, sono il contesto perfetto in cui si inserisce un testo dall’inestimabile valore emozionale, che porta l’ascoltatore ad immergersi completamente in una dimensione riflessiva, che lo conduce a chiedersi quanto, la società contemporanea, induca ciascuno di noi ad essere anestetizzato, non facendoci sentire «i pugni, ma neanche le carezze».
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