Questi folli video che arrivano dall'Iraq per attestare la giustizia divina per mano dell'ISIS, l'esercito legionario di mercanari arruolato in tutto il mondo per riuscire ad ottenere il governo della Siria e dell'Iraq finalmente ha fatto "bella mostra" delle sue azioni interessando anche l'occidente.
Dopo il vero e proprio attacco terroristico finalizzato al genocidio dei kurdi e seguitamente la decapitazione dei militari siriani non prodi allo Stato islamico, ora le prime offensive terroristiche contro USA ed Europa.
Per chi vive in occidente la crudezza delle immagini, trasmesse via digitale, è un messaggio chiaro di non possibile mediazione, ma questo non deve far pensare che il pericolo sia solo nella questione militare e politica.
Le minacce di nuove decapitazioni, che peraltro se avverranno sono già programmate da tempo, poiché con le risorse esigue, ottenute da rapimenti, razzie e furto d'armi e senza una terra, l'esercito non va lontano, sono solo "orribili spot" pubblicitari, inseriti nella logica di arruolamento di persone, attualmente molto poche, se ne stimano 9 mila, che accettino di fare i mercenari per Allah.
Quello che è chiaro è che tutta questa campagna pubblicitaria basata su omicidi, altro non è che non una promozione dell'ISIS, il gatto che si sente un leone, alla quale l'occidente non si deve assuefare, bensì capire che le metodiche che attualmente ci feriscono, poiché ci riguardano, hanno colpito migliaia di persone, le quali, però, nonostante tutto, non possiamo ancora definire con certezza non essere in parte consapevoli di questo.
Se l'opportunità di un regime politico che rende stabilità sociale è la "lucciola per lanterna" che viene venduta in questa campagna pubblicitaria, il prezzo sono le vite umane.
Immagini come quelle che proponiamo sopra non devono spaventare o schifare, ma devono chiarire il concetto base di questa legione, che sta combattendo per primi i suoi fratelli e poi anche tutto il resto del mondo, per qualcosa che non esiste, causato da decenni di violenza, droghe e assuefazione coranica, da cui abbiamo il dovere di pretendere una presa di distacco da parte delle Comunità islamiche locali, pena l'esclusione sociale.