Sono ricominciate le puntate della serie televisiva trasmezza da martedì 14 gennaio 2025, in onda in prima serata su Rai1, ovvero la seconda stagione del mistery-drama Blackout – Vite sospese. Ci troviamo di fronte a un nuovo ciclo di 8 puntate, che sono state girate in Valle del Vanoi e in Valle del Primiero, due luoghi del Trentino noti per la presenza del Parco Naturale Paneveggio e Pale di San Martino.
La mini serie è diretta da Fabio Resinaro e Nico Marzano: si tratta della seconda stagione, si spera che ce ne sarò una terza? Buona idea quella di una coproduzione Rai Fiction in collaborazione con Trentino Film Commission, visto che quest'ultimo ha prodotto una serie di materiali di valore, spesso passati in sordina.
Il Trentino e il cinema vanno molto d'accordo, meno la promozione e la pubblicità degli eventi cinematografici, che sono troppo spesso poco considerati, a torto. Il Trentino è noto, ad esempio per il suo Trentino Film Festival della Montagna, dove talvolta sono state presentate delle opere davvero molto meritevoli.
Torniamo allora alla storia, il plot: i protagonisti sono intrappolati a Cima Paradisi, una cima che realmente esiste, visto e considerato che è facilmente accessibile, ma in realtà le scene sono state girate anche altrove: vi sono alcuni casi di omicidio e dei segni premonitori materialmente realistici e per niente fantascientifici. Uccelli, colori, rumori, cose che hanno un notevole effetto suggestivo e che così vanno viste.
Con Alessandro Preziosi recitano Rike Schmidt, Aurora Ruffino, Marco Rossetti e Federico Russo, Adele Dezi, Fiorenza Tessari e Alessio Vassallo. Primo effetto naturale una sorta di enrosadira, da non confondere con l'aurora boreale, effetto di colorazione rosa dovuto in generale al cielo e alle montagne fatte di dolomia, le Dolomiti.
Vi sono cadaveri e investigatori. La squadra dei soccorsi lentamente arriva, il tempo si è fermato in Vanoi, i giorni sono molto lenti, la serie è slow e rappresenta un trascorrere molto diverso dai tempi cinematografici che siamo soliti conoscere, in questo rispetta nel modo più assoluto il sapore del tempo che passa lento tipico delle valli di alta montagna, dove i giorni e le notti durano molto di più e c'è tempo per crescere le emozioni e maturare il senso della vita, che nelle città, manca.
Esperiendze, emozioni, idee, consapevolezze aumentano gradualmente e in questa seconda parte del film si entra nel vivo del concetto di vita di montagna: il film diventa vagamente introspettivo, ma tuttavia è caratteristico perché, ancora ad oggi, non so vede la luce..
Martina Cecco